lunedì 21 ottobre 2013

Strumenti di tortura o oggetti miracolosi?

Oggi sono andata all'ippodromo di San Siro di Milano e sono rimasta veramente stupita dalla bellezza della maggior parte dei cavalli: fisico perfetto, posteriori potenti e ben muscolati, gambe lunghe e forti, tendini asciutti...insomma, dei capolavori questi cavalli da corsa!
Facevo inoltre caso come fossero - per la maggior parte - in linea di massima montati con filetti piuttosto semplici. Al galoppo sulla pista utilizzavano il loro corpo in modo magistrale, delle perfette macchine per vincere.


Mi sono chiesta quindi se per l'addestramento di questi campioni si ricorra o meno all'uso di redini particolari, abbassatesta vari e altri aggeggi. Onestamente è ovvio che non posso saperlo di per certo ed è altrettanto ovvio che il mondo delle corse ha già i suoi difetti e i suoi "brutti personaggi" però sono giunta alla conclusione che, dato che non si ricerca un cavallo "riunito" e in atteggiamento, difficilmente vedremo redini di ritorno e altri oggettini in mano a chi addestra i purosangue da corsa. O comunque, diciamo che l'uso in quest'ambito dei suddetti strumenti dovrebbe essere più limitato rispetto a quello che se ne fa, per esempio, nelle discipline olimpiche.

Tutto questo per arrivare a una conclusione: oggi ho visto cavalli anche molto giovani (il cui "utilizzo" in gare come quelle del galoppo è decisamente opinabile secondo me!) galoppare molto velocemente utilizzando al meglio tutte le risorse che il proprio corpo metteva loro a disposizione. Fantastico, non è dunque questo quello che andiamo ricercando tutti quanti noi che montiamo a cavallo? Un equino in grado di dare il massimo utilizzando i propri muscoli al 100%.
Non vorremmo quindi cavalli contratti, costretti in posizioni innaturali solo per metterli forzatamente in "atteggiamento". Vero?

Ho iniziato quindi a ragionare su redini di ritorno, gogue, abbassatesta di ogni genere, redini elastiche e chi più ne ha più ne metta. Voi cosa ne pensate?
Si legge ovunque che tutti questi "attrezzi" dovrebbero essere utilizzati da mani esperte. Ok, ma chi decide qual è una mano veramente adatta all'uso, per esempio, delle redini di ritorno? Perché pare che il giudizio sia lasciato ai singoli dato che aggeggi di questo tipo si vedono - addirittura - nelle scuole di equitazione, in mano ad allievi più o meno esperti che, però, nella miglior ipotesi hanno sempre avuto a che fare con cavalli mediamente bravi e pazienti.

Avendo io stessa provato sulla mia pelle i risultati di redini di ritorno - per citare uno degli strumenti più utilizzati - usate "tanto per" mi sento di sconsigliarle a chi, come me, ha ancora tanto da imparare in sella. Ma dopotutto...chi non ha ancora tanta pappa da mangiare per arrivare alla perfezione?
Lo dicono gli stessi cavalieri che poi salgono sui podi più importanti del mondo: non si finisce mai di imparare.

Tuttavia probabilmente c'è un livello a cui è ragionevole sentirsi autorizzati a mettere addosso al cavallo più o meno quel che si desidera.

Vorrei però chiedere a tutti coloro che montano in modo amatoriale un favore: il corpo del cavallo è una macchina molto delicata (se così si può dire); come noi anche i cavalli soffrono le conseguenze di posture sbagliate, solo che spesso, non potendo essi parlarci chiaro, non riusciamo a capire quale sia il problema finché, ormai, non è troppo tardi.
Sperimentare è cosa buona e giusta, per come la vedo io, ma ritengo che alcuni oggetti - senza i quali per altro si possono ottenere risultati eccellenti in ogni caso - debbano essere affidati alle mani dei professionisti.
Come dico sempre: io diffido anche degli istruttori. Purtroppo le esperienze negative in questo campo (istruttori, giusto per non far nomi, che definivano la Bitless Bridle: "questa testiera strana"!) mi hanno portato a sviluppare un'importante senso critico che in ogni caso ho anche nei miei confronti.

Chiedete quindi, informatevi e traete le vostre conclusioni.



Non sono io ad essere in grado di definire cosa è giusto e cosa non lo è e non sono qui a dire che io mai cadrò nell'illusione che un OGGETTO possa fare il miracolo che io in sella non sono in grado di operare: tuttavia sono i cavalieri come Francesco Vedani o Massimo Basili - che io stimo molto - per fare un esempio a dirci che stiamo andando nella direzione sbagliata.

I risultati che stiamo ricercando con quelle che io definirei SCAPPATOIE si possono raggiungere tranquillamente, con più calma e pazienza, impostando un corretto lavoro in sella, magari seguiti da un buon istruttore se necessario.
Probabilmente, come molti dicono, questi "strumenti speciali" sono stati inventati per una buona ragione e per una buona causa, ma finché il mondo sarà costellato da esempi come quelli che ho postato in questo articolo non vedo come debba essere concesso a tutti un utilizzo fuori controllo di questi aggeggi.


(Foto prese da internet e, in particolare, da questa pagina Facebook).

Mi piacerebbe quindi invitare tutti a una riflessione: quelli che scambiamo per oggetti miracolosi, non sono forse strumenti di tortura?
In alcuni casi riesco a riconoscerne un uso anche utile, ma parlando sempre di redini di ritorno - ma si potrebbe citare per esempio uno strumento apparentemente innocuo come la martingala. A cosa serve la martingala, magari fissa? - difficilmente vedo un'utilità a costringere un cavallo a una posizione che in realtà non vorrebbe tenere: se il cavallo non riesce a mettersi da solo nell'atteggiamento corretto per lavorare vuol dire che c'è qualcosa che non va.

Un problema nostro a livello di assetto e uso degli aiuti? Delle lacune nell'addestramento del cavallo? Un'età o una muscolatura ancora non adatti a questo genere di lavoro?


Purtroppo in pochi si pongono queste domande e ancora più difficilmente si sente di persone che OSANO mettersi in gioco, mettendo in dubbio prima di tutto le proprie capacità.

Io, per esempio, per mio modesto parere, consiglierei tanto lavoro sugli aiuti: siamo capaci di mettere l'impulso correttamente e di dosare la mano?
Oppure mi farei consigliare qualche esercizio - io non mi permetto di scriverne qui dato che non sono né un'istruttrice, né tanto meno una BRAVA istruttrice - da qualcuno di esperto, per imparare ad arrivare a una collaborazione serena tra cavallo e cavaliere, cooperando per raggiungere lo stesso obbiettivo: un cavallo tranquillo, pronto alle richieste e in grado di utilizzare tutto il suo corpo per darci il 100%.




Per chi lo desiderasse, ecco qualche esempio di quello che io PERSONALMENTE ritengo un cavallo che lavora, lasciatemelo dire, COME DIO COMANDA:




(Ho aggiunto di proposito esempi di ogni tipo: con imboccatura, senza imboccatura, senza testiera addirittura, in dressage, monta classica e reining. Ma si potrebbe tranquillamente continuare.).

QUESTA è perlomeno la mia filosofia.
Ogni giorno che salgo in sella ho, appese proprio affianco alla mia Bitless Bridle delle redini di ritorno; esse mi guardano in modo assolutamente invitante. Sarebbe così semplice attaccarle e avere una cavalla in "perfetto" atteggiamento quandunque io lo desideri.
Una cavalla che tutti guarderebbero con ammirazione e con mormorii stupiti.
A volte sono molto tentata da quelle redini. Sono stata, in passato, tentata anche da martingale fisse e non, per esempio; si potrebbe aprire anche un capitolo sui chiudibocca. 
Che brutto vedere la tua cavalla con la bocca spalancata, è così antiestetico! Rimetti il chiudibocca. Parole testuali di una cosiddetta istruttrice di primo o secondo livello FISE. E in effetti, anche in questo caso sarebbe stato allettante: cavalla in ordine, bella da vedere.

Ma questa non è l'equitazione che voglio portare avanti io. 
E' la mano il problema. Non la bocca antiesteticamente aperta della cavalla. Magari un giorno mi ricrederò.

2 commenti:

  1. Articolo interessantissimo, come al solito. Io tendo a non apprezzare le ritorno, nè la martingala e simili, perché mettono il cavallo nella posizione che si cerca in modo meccanico, senza che ci sia una risposta psicologica e spesso serena. Ho visto redini di ritorno usate da ragazzine incustodite (perché l'istruttrice non le segue ogni volta che montano, avendo il cavallo proprio a volte montano da sole seguendo i consigli dell'"istruttrice"), che sono ignare dei danni che provocano, ma se te lo dice l'istruttore quando hai 12/13 anni che fai? Ovvio che ascolti. Sono i cosiddetti professionisti che non hanno neanche loro la minima idea di cosa facciano. Ho visto redini di ritorno usate sempre (addirittura in passeggiata, da diventare praticamente un'ossessione per chi le usa) sempre dagli stessi "istruttori" di prima, le ho provate un paio di volte, la cavalla ovviamente stava nella posizione giusta, ma poi quando le toglievo e le chiedevo una riunione o distensione faceva difficoltà a capire la richiesta. A me personalmente non piacciono, preferisco dover lavorare una settimana in più e chiedere gradualmente una cessione dell'incollatura piuttosto che mettere quelle e in 10 min avere il cavallo con la testa a posto meccanicamente. La martingala "per tenere giù la testa" poi proprio non la sopporto, perchè al cavallo si deve insegnare a non portare la testa al vento, non è che con quella si risolve il problema. E' pieno di cavalli con la schiena ribaltata montati con abbassatesta e martingale varie. Se tutti ne sapessero fare un buon uso, forse queste cose non sarebbero così traumatiche, ma poi forse non servirebbe neanche metterle addosso ai cavalli. Quando si sa fare la messa in mano non servono strumenti meccanici. Concordo con te e sono sempre molto scettica per quanto riguarda tutte queste strumentazioni. Quando un binomio lavora bene, lavora bene con o senza tutte queste cose. Soprattutto senza.

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    1. Più che d'accordo con te!
      Poi ok, con le ritorno trova la posizione giusta...ma non perché ci è arrivato lavorando, ma perché lo costringi. E' tutt'altra cosa...

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