giovedì 10 ottobre 2013

Intervista a Jolanda Adelaar Rossi

Sono veramente fiera di presentarvi la mia intervista a Jolanda Adelaar Rossi, amazzone Olandese di origini italiane di recente trasferitasi in provincia di Roma, ricercatissima istruttrice e atleta a livello internazionale.
Ma soprattutto sono fiera di presentare l'intervista a una donna che è andata oltre i pregiudizi e ha portato avanti il suo sogno fino a vederne la realizzazione.

Presto testimonial per Riders4Helmets su Class Horse TV!


Come prima cosa, parlaci un po' di te. Come nasce la tua passione per i cavalli? 



Sono nata ad Amsterdam da un padre Olandese e madre Italiana. Sono cresciuta in Barbante, la regione cattolica dei Paesi Bassi.
Ho sempre amato comunicare con gli animali fin da piccola. Ho iniziato ad addestrare il mio cane (sedere, dare una zampa etc.) con premi e rinforzi positivi. I cavalli mi hanno sempre affascinato, soprattutto da bambina, perché sono animali in grado di portarci sulla loro groppa. Quando ero piccola andare sulla schiena di un cavallo era come volare per me.
La groppa di un cavallo felice e sereno è ancora il mio posto preferito.
Il cavallo ti permette di vedere letteralmente e figurativamente un mondo diverso.

Quando avevo 7 anni ho iniziato ad andare a cavallo al maneggio. Andavo al maneggio in bicicletta ogni sabato per la mia lezione settimanale.

Quando avevo12 anni sono andata ad un campeggio estivo per bambini con un maneggio: lì ho incontrato un cavallo fjord, chi chiamava “Guus”.
Quando sono tornata a casa, ho detto ai miei genitori che volevo comprare Guus. Mio padre ha subito detto detto di no: secondo lui era troppo costoso possedere un cavallo.
Ma non ho rinunciato. Ho fatto da sola i calcoli dei costi e gli mostrai che il cavallo fjord è una razza molto rustica ed economica. M ci è voluto 1 anno per convincere mio padre. Alla fine mio padre ha acconsentito...a patto che trovassi un posto per il mio cavallo.
Con la mia bicicletta ho girato tutte le fattorie della mia zona chiedendo se ci fosse un posto per un cavallo fjord. Guus potrebbe stare in un prato - dicevo - tra le mucche.
Qui ebbe inizio la mia carriera. 

Come mai hai scelto di avvicinarti proprio alla disciplina del dressage? 

Il dressage ha avuto una grande influenza sulla storia umana: i cavalli da guerra erano in effetti dei dressagisti ai massimi livelli.
La bellezza di questa disciplina sta nel fatto che è per ogni cavallo e per ogni cavaliere, senza distinzioni; esso è il fondamento di tutti gli sport equestri e l'unico sport equestre incluso nelle Paralimpiadi. 

Il mio primo passo per diventare un cavaliere di dressage competitivo era iscrivermi a un club ippico in zona per iniziare a dedicarmi alla competizione con mio cavallo fjord, Guus. All’inizio nessuno riuscì a capire perché volevo fare gare con un cavallo fjord: secondo tutti, un cavallo fjord può essere adatto solo al lavoro agricolo.
I loro consigli: “Vai a casa e torna con un cavallo adatto allo sport”.
Tuttavia una delle mie abitudini è che quando qualcuno dice che è impossibile riuscire in qualcosa, io voglio dimostrare il contrario o ottenere una prova valida che sia effettivamente impossibile; secondo me non c'era nulla di sbagliato in Guus per non iniziare a competere!
Io ero molto testarda e alla fine sono riuscita ad andare in concorso con Guus.

Ho finito per competere in tutte le discipline olimpiche: salto ostacoli, completo e dressage. Tuttavia Guus era molto più bravo in dressage piuttosto che nelle altre discipline e abbiamo vinto superando numerosi cavalli sportivi come kwpn e tedeschi.
In pochi anni io e il mio cavallino fjord siamo arrivati a competere ai più alti livelli nazionali nei Paesi Bassi.
Nel 2000 siamo diventati campioni regionali assoluti nella nostra categoria. Nessuno prima era riuscito a raggiungere tali livelli con un cavallo da tiro: io sono stata la prima.

Questa cosa che ogni razza di cavallo è ammessa a competere dà più popolarità e "colore" alla disciplina del dressage. Mi piace che la FEI abbia sviluppato per esempio il World Dressage Challenge: gare che si svolgono nei paesi che hanno meno possibilità di sviluppare lo sport del dressage.

Quello che manca secondo me è che quando si vedono i cavalli da dressage, tutti uguali nelle arene del dressage internazionale, non si vede la passione di un paese che difende la propria bandiera. Quando ho visto Juan Manuel MuñozDíaz e Fuego per Spagna o GonçaloCarvalhoConchinhas e Rubi per il Portogallo alle Olimpiadi di Londra 2012, ho visto dei grandi cavalieri ad alto livello fieri delle proprie origini. Cavalieri come loro dovrebbero essere più apprezzati sulla scena sportiva internazionale!

Puoi presentarci rapidamente i tuoi due cavalli? Qual è il "cocco di mamma" e come li hai scelti quando li hai dovuti comprare? Insomma, cosa ti ha colpito in loro? Cosa ti ha portato a scegliere un
cavallo d razza murgese? E' un bell'onore per l'Italia sapere che un'amazzone del tuo calibro abbia scelto un cavallo italiano al 100%!


Guus è un cavallo con il cuore di un leone. Ha una grande grinta anche se a vederlo pare molto tranquillo.

Ho Guus da 18 anni: così puoi immaginare che ha un posto speciale nel mio cuore: lui è una parte molto importante della storia della mia vita.

Il mio secondo cavallo è Carletto, uno stallone Murgese approvato. Un cavallo che mi fa ridere ogni giorni con suo scherzi.
Ho trovato Carletto a Puglia nel 2012.
Per me la storia del cavallo Murgese è molto bella e importante a causa della mia origine italiana: mia madre è nata a Roma 1947, viene da una vecchia famiglia napoletana che aveva una fattoria vicino alla città di Napoli, che era della nostra famiglia da generazioni e lì avevano anche cavalli da lavoro.
Come molti italiani del sud mia madre si è trasferita al nord e ha perso i contatti con molti membri della sua famiglia, suo padre compreso!
Prima di incontrare mio padre (olandese) mia madre ha avuto una vita molto dura che è totalmente cambiata dopo questo incontro: i miei genitori sono ancora felicemente sposati dopo 40 anni.
Con l'acquisto di un cavallo Murgese, speravo di ottenere il pezzo d'Italia che ho perso. Forse per gli italiani che vivono in Italia, questo è difficile da capire..

Quando sono andata in Puglia per cercare un Murgese, pensavo di comprarne uno morello, non credevo che alla fine avrei preso un cavallo come Carletto, testa di Ferro.

Ho domato Carletto completamente da sola e ho fatto in modo che vivesse a paddock ogni giorno, crescendo così in modo corretto e sano, socializzando con gli altri cavalli. Carletto e Guus amano farsi mutual grooming e stare in compagnia l'uno dell'altro. 
Purtroppo ci sono ancora moltissimi stalloni che in virtù del loro essere interi non possono godere di una gestione di questo tipo che è ancora poco comune, ma che andrebbe diffusa sempre più! Non volevo che rimaesse isolato come molti suoi simili. 

Cosa ne pensi dell'equitazione moderna? Che consiglio daresti a un giovane cavaliere/amazzone che desideri farsi strada in questo mondo? 

Competere dovrebbe spingervi ad essere un miglior cavaliere e trainer per il vostro cavallo.

Credo che il successo competitivo dovrebbe essere raggiunto tramite una gestione che faccia bene fisicamente e psicologicamente al cavallo.
Ci sono 3 cose nella gestione di un cavallo che non possono essere dimenticate: abbastanza foraggio grezzo (fieno o erba), abbastanza movimento in libertà, abbastanza contatti sociali con suoi simili.

Differentemente dagli umani il cavallo ha dei ritmi digestivi molto diversi e non devono ingerire grandi quantità di cibo in poco tempo: questo perché i cavalli sono fatti per pascolare 16 ore al giorno. Se un cavallo non ha accesso illimitato a foraggio grezzo (come l'erba o fieno), può presentarsi ogni genere di problema!

Iniziano a mangiare qualcos'altro, come la paglia della loro lettiera (un errore comune è mettere la segatura al posto della paglia: questo non risolve il problema!). Questo porta il cavallo a ticchiare e a ottenere altri problemi comportamentali. Se per esempio il cavallo finisce per sviluppare delle ulcere può perdere l'appetito, perdere peso e voglia di lavorare. Se non avete la possibilità di lasciare fieno o erba sempre a disposizione del cavallo ci sono alcune compensazioni per rendere il paddock o il box più sani: come dare abbastanza fieno (2 o 3 volte al giorno) oppure una buon soluzione è acquistare una “slow feeder”, riempirla di fieno per mantenere il cavallo occupato per l'intera giornata. Una slowfeeder permette al cavallo di mangiare costantemente proteggendogli l'apparato digerente e impedendogli di annoiarsi. 


Determinazione o talento? Quale di queste due componenti secondo te è più importante per raggiungere il successo? 

Diventare bravo a gestire la tua passione. Non essere arrogante a pensare che tu conosca tutto: questo è il trucco.

Devi avere la determinazione per migliorare e imparare. Il talento senza questo non ti aiuta in ogni caso. 

Credi che sia importante passare dei momenti di relax con il proprio cavallo al fine di migliorare la relazione con lui? 


Naturalmente. Per creare un cavallo che ha successo nella competizione è necessario avere PRIMA un cavallo che è felice di lavorare: non un cavallo che lavora poco volentieri e costretto a farlo. Devi rendere il lavoro divertente per lui, per esempio mettendo un po' di diversità nell'allenamento!
Consiglio di fare anche lavoro da terra un giorno, un altro giorno clicker-training o lavoro in campagna.
E' importante ricordare soprattutto le tre cose fondamentali da me citate prima!


Quanto è importante secondo te nel lavoro avere un buon feeling con il cavallo? 

E' la parte più importante!


Qual è stato il momento migliore della tua carriera con i cavalli? E il peggiore? 
Quando ho montato Guus alla FEI World Cup Dressage finale nel 2005: è stato un grande onore montare il mio freestyle là ed essere così vicino ai più grandi atleti equestri del mondo.
Quello è stato senz'altro il momento migliore.

Il peggiore? Le umiliazioni che subivo sapendo che la gente mi discriminava perché montavo Guus: c'è tanta ottusità nel mondo equestre.


Che percorso hai seguito per diventare istruttrice di equitazione? 


Mi sono laureata al Master Class Sport Equestri NHB DeurneHelicon. NHB DeurneHelicon è una delle più grandi accademie di formazione professionale equestre d’Europa. Il Masterclass è un percorso di studio di 3 anni. Per essere accettato al Master Class, uno studente ha bisogno di competere negli sport equestri a livello professionale e deve lavorare per un'organizzazione riconosciuta del settore per un minimo di 20 ore settimanali.
Ex studenti sono per esempio Imke Schellekens Bartels, Gerco Schroder (entrambi cavalieri a livello olimpico).
Campi di studio per esempio possono essere: psicologia dello sport, media-training, didattica, coaching, gestione aziendale, finanza, doping, fisiologia equina etc..
A Deurne ho anche guadagnato la patente come istruttore di Sport Equestri. Sono un membro del gruppo internazionale dei titoli accademici Equestri (IGEQ) e possiedo il passaporto di “trainer sport equestre internazionale” (anche la FISE è un membro di IGEQ).
Ho molti anni di esperienza nella formazione degli studenti in Olanda e Belgio. In Italia sono disponibile per lezioni in tutte le discipline Olimpiche al Centro Equestro “i Casali della Contessa” a Aprilia (Regione Lazio).

Durante il mio ultimo anno del Master Class Sport Equestri di NHB DeurneHelicon, sono stata scelta come Studente dell’anno tra 11.000 studenti di scuole Helicon.

Tinley / CRKBO mi ha dato una borsa di studio nel comportamento equino e dopo il Masterclass ho anche studiato per 3 anni etologia e psicologia equina. 

Qual è la tua "mission" nel mondo equestre? 

Credo molto nel benessere dei cavalli e sono anche molto appassionata degli sport equestri.
Credo che il benessere del cavallo e gli sport equestri possano coesistere allo stesso tempo, cosa che a volte sembra purtroppo impossibile. Come laureata in Terapia Comportamentale Equina, sono certificata per fare anamnesi, diagnosi, ricerca scientifica del comportamento equino. Sono formata per riconoscere lo stress cronico del cavallo, sia dovuto al dolore che alla negligenza dei suoi bisogni di base.
Il benessere degli animali nella maggior parte dei paesi è protetto dalla legge. Anche la FEI Federazione Equestre Internazionale si propone di vedere il cavallo nello sport come un ATLETA FELICE e ha rilasciato il "Code of Conduct for the welfare of the horse” (Codice di condotta per il benessere del cavallo).

Vorrei tanto migliorare il benessere del cavallo nello sport equestre. 


Visto che ti sei da poco trasferita in Italia con i tuoi cavalli: cosa ne pensi dell'equitazione italiana? 

Come in Italia, anche in Olanda ci sono leggi per proteggere gli animali.
Ma penso che l'Olanda abbia più norme spefiche riguardanti gli equini. Ci sono regole molto severe sul cibo, sul movimento e sul contatto con altri cavalli. Per esempio, in Olanda, un cavallo deve almeno stare libero 4 ore al giorno. Solo per esempio a causa di malattia, il cavallo può rimanere in box. Il cavallo deve anche avere la possibilita di essere in contatto con altri cavalli: questo è ritenuto importantissimo.

In Italia ho visto molti cavalli tutto il giorno nel box separato dai suoi simili dalle mura del box. Così il cavallo non può entrare in contatto con il vicino di box. Un cavallo è un animale da branco ed è molto sociale...isolare un cavallo così è un violenza contro la sua natura!
 Poi l’unico movimento per un cavallo in questa gestione tradizionale è quello nell'arena quando è montato dal cavaliere.
Un cavallo che è troppo isolato dagli altri cavalli chiuso in spazio piccolo, alla fine si ammalerà.
Questa forma di gestione costa anche molti piú soldi. Io penso che il benessere dei cavalli non dovrebbe essere forzato con leggi severe come in Olanda. Credo che una conoscenza migliore porta a migliori azioni.
La tradizione deve essere sostituita con un po' di buon senso e con la conoscenza scientifica di questo secolo.

Metti per esempio al posto della parete laterale, barre di ferro invece che un muro. Questa piccola differenza già aiuta il cavallo a vivere meglio. Così il cavallo può vedere ed entrare in contatto con il suo vicino e non è prigioniero del tutto.
Purtroppo ho visto molto cavalli isolati che hanno sviluppato comportamenti ossessivo-compulsivi, come il ticchio e "il ballo del orso": le uniche soluzioni a questi problemi sono rappresentati da una gestione differente aiutata da una conoscenza migliore del mondo del cavallo.

Un cavallo con questa gestione non dà il suo meglio in gara e diventa più delicato e più soggetto a problemi fisici.
Il fisico del cavallo é fatto per fare movimenti la maggior parte della giornata. 

Come ti approcci a un cavallo che non conosci per iniziare a lavorare con lui? 



A me piace iniziare con il lavoro da terra prima di salire in sella. Non puoi essere un vero team con il tuo cavallo se prima non impari a conoscerlo e a farti conoscere da terra.



Cosa ne pensi dell'utilizzo di testiere come la bitlessbridle? Le usi o le useresti? 


L’interno della bocca del cavallo è una parte del corpo molto sensibile e delicata. Montare con il filetto non è necessariamente una cosa cattiva, è importante saperlo utilizzare correttamente però!
Alcuni cavalli sono molto meglio da montare senza filetto, utilizzando invece una BB. In Olanda puoi fare gare di dressage con la bitless bridle fino al livello L2 (un livello comparabile con i livelli dressage di FISE tra “F” e “M”).
Penso che vedremo presto molti più cavalli in BB nelle competizioni in futuro, magari tra 30 anni vedremo Valentina Truppa alle Olimpiadi senza imboccatura!
La BB è inoltre un'ottima soluzione per cavalli con problemi alla bocca, ai denti e alle mandibole; si usa con successo anche su cavalli traumatizzati a causa dell'uso improprio del filetto!
In ogni caso a me piace alternare e cambiare: Guus lo monto per esempio anche con il “neckrope” o addirittura senza niente. 

Cosa ne pensi dei metodi cosiddetti naturali (es: Parelli, Monty Roberts, etc...)?

Sono felice che Monty Roberts e Pat e LindaParelli - per citarne alcuni - abbiano aperto la strada a un altro mondo di gestire il cavallo. Hanno sviluppato metodi che sono accessibili a tutti e hanno aperto un mercato per il Natural Horsemanship. Rispetto molto questi metodi e sono grata della loro esistenza.

Io tuttavia preferisco la scienza ai guru. Vado a modo mio, diciamo.
Dopo il Master Class Sport Equestre, ho studiato 3 anni etologia e psicologia del Equino e ho il titolo di studio “Terapeuta Comportamentale Equino”.
Nel mio studio ho studiato per esempio Pavlov, Skinner e conosco bene i principi di apprendimento.
Questo conoscenza io la uso per l'addestramento dei cavalli e quando insegno ai miei studenti. Con un cavallo felice si può ottenere molto di più nello sport e in generale nel rapporto uomo-cavallo. A me piace di usare anche il rinforzo positivo con trick-training e clicker-training. Questa formazione è una buona varietà per il cavallo che impara a conoscersi e ad essere creativo e pieno di risorse come è naturalmente.



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