giovedì 31 ottobre 2013

Fight for this Love: la parola a Claudia Nava


“Fight fot this love”

Questa è la canzone che ho scelto per noi, tanto tempo fa, poiché rappresenta quello che abbiamo sempre fatto e stiamo ancora cercando di fare.
La nostra storia è iniziata nel migliore dei modi: è bastato davvero pochissimo per innamorarmi di te, eri tutto ciò che desideravo, il mio sogno.
E lo sei tuttora, nonostante tutto.
Purtroppo però le cose cambiano, i sogni si frantumano, le speranze si dissolvono lentamente, lasciando spazio alla rabbia e ad un enorme rimpianto. Non è andata come volevamo, come fino all’ultimo ho sperato che andasse, e non sai quanto male mi faccia!
Avevo degli obiettivi, non sono riuscita a raggiungerli ma ho continuato lo stesso a lottare; ho messo la tua salute al primo posto, ho scelto “il cavallo” invece che “lo sport”. E’ una decisione di cui non mi sono pentita, e di cui mi assumo tutte le conseguenze, belle o brutte che siano.
Penso di aver fatto tutto il possibile per cercare di sistemare le cose, di farti saltare ancora una volta, ma non ha funzionato e ho deciso di rinunciare a un nostro futuro da agoniste per il tuo bene.
In molti mi dicono che sto sbagliando, in troppi mi “suggeriscono” cosa fare, e altri si ostinano a dire che se solo mi facessi meno problemi potrei continuare a lavorare come se nulla fosse…
Ringrazio tutte queste persone per gli “insegnamenti” (ahahaha!) che mi hanno dato e che mi stanno dando; ringrazio tutti quelli che dall’inizio hanno seguito la nostra storia, ricavandone, a vario titolo, non poco profitto… e auguro loro almeno la metà di tutto quello che abbiamo passato.

Spero davvero che tutto questo serva da esempio alle persone che si lamentano delle proprie scelte, che piangono quando sono “costrette” a cambiare cavallo per salire di categoria, costrizione ovviamente inesistente, poiché basterebbe farsi un esame di coscienza per capire che in fondo, in questo sport ci si trova sempre davanti al bivio cavallo-compagno o cavallo-strumento per raggiungere dei precisi obiettivi, e una volta scelta una delle due strade è inutile piangersi addosso per le conseguenze derivano da una e dall’altra!
Comunque sia, questo non è un addio, non è assolutamente finita!
Ripescando alcune vecchie foto ho fatto un collage che ripercorre tutte le tappe fondamentali del percorso fatto fino ad ora: c’è la nostra primissima foto insieme, la prima gara, la prima 110, la prima volta che ti ho montata a pelo… ce ne sarebbero mille altre, ma non basterebbero comunque a ricordare tutti i bei momenti che mi hai fatto passare, tutti i sorrisi più sinceri, tutto ciò che mi hai insegnato.
Ho capito che non è solo dai risultati in gara che si può fare un bilancio di quanto un cavallo possa dare, è dai piccoli gesti, da tutte quelle sensazioni che ti lascia ogni volta che vai a trovarlo, che lo monti, che lo accarezzi, che lo guardi negli occhi che capisci QUANTO questo animale sia una meraviglia!
Quindi grazie Ratina, grazie di tutto, mi hai dato tantissimo e so che mi darai ancora tanto altro.
IT’S NOT OVER, IT CAN’T BE OVER!!"




Ho scelto di pubblicare questo pensiero, scritto da Claudia Nava per la sua cavalla Ratina con la quale ha condiviso gioie e dolori della vita sportiva -e non sono- perché mi sono sentita veramente toccata da vicino dalle sue parole.
Non è una scelta da tutti quella di considerare il cavallo come un compagno piuttosto che come uno strumento, una macchina da sport, ma io trovo che sia un scelta coraggiosa e profonda e, aggiungerei io, anche assolutamente ammirevole.
Questa è l'equitazione che mi piace e che vorrei promuovere sul mio blog.
Il sogno sportivo è di tutti noi - chi non ha mai immaginato di essere alle Olimpiadi? Io ci penso spesso nei miei sogni ad occhi aperti -, ma la realtà spesso è un'altra, non necessariamente meno dolce.
Il per sempre è un privilegio di pochi fortunati è vero, ma vivere ogni secondo, fino alla fine, con il proprio cavallo credo che sia meglio di qualsiasi coccarda.
Non dico altro. Le bellissime parole di Claudia e le splendide foto con la sua Ratina sono già molto eloquenti.


Concludo con una frase che mi sta molto a cuore e che credo dica molto sull'idea che volevo esprimere oggi:

Prima o poi dobbiamo tutti affrontare la scelta tra ciò che è giusto e ciò che è facile.

PS: BUON HALLOWEEN A TUTTI!!




martedì 29 ottobre 2013

Guadagno o Passione? Riflessione sul mondo del blog

Il blog è un fortissimo veicolo di idee. Ormai per far sapere al mondo cosa abbiamo nella zucca possiamo aprire uno spazio web come questo e dare libero sfogo al nostro bisogno di essere sotto i riflettori.
E questo, badate bene, è un diritto di tutti.
Chiunque può accedere, per esempio a blogspot e fare quello che ho fatto io qualche mese fa.

Questa riflessione nasce da un articolo letto su un blog che con i cavalli non ha assolutamente nulla a che fare.
Oddio, forse possiamo vedere qualcosa di "equestre" su questa pagina web dato che quest'anno sembrerebbe andare molto di moda lo stile "amazzone", ma su un blog dedicato alla moda si troverà ben poco riguardo a ciò di cui parliamo qui.



Poco male: leggendo "Guadagno o Creatività?" su unanessunacentomila.com ho pensato che quello che viene scritto nell'articolo sopracitato si adatti perfettamente anche all'attuale situazione del mondo equestre "sul web".
Quando ho aperto Il Mondo Oltre L'Ostacolo avevo in testa due cose: scrivere della mia passione e farlo come si deve.
Questo semplicemente perché nel mio futuro vorrei lavorare con i cavalli - ovviamente -, ma l'idea del giornalismo mi frulla in testa ormai da qualche anno e, aprire un blog come questo, ha creato il connubio ideale tra la mia passione per il mondo degli equini e la mia voglia di scrivere, scrivere, scrivere. Voglia che purtroppo negli ultimi anni avevo perso.
Blocco dello scrittore si dice? Non lo so, non so se sono mai stata una scrittrice e se mai lo diventerò, ma il fatto è che cominciare a scrivere su Il Mondo Oltre L'Ostacolo mi ha aiutata a formare un'idea di ciò che voglio essere e delle idee che vorrei trasmettere.
Soprattutto di recente mi sono sentita completata da questo "passatempo" che è il blog: nel dedicarmi all'equitazione mi sono sempre chiesta se non fosse che mi stavo chiudendo in un piccolo mondo tutto mio, dimenticandomi di ciò che avviene attorno a me; insomma, la riflessione che ho fatto è questa: nell'universo mondo ogni giorno ci sono cose di cui parlare, avvenimenti terribili da mettere in luce, battaglie da combattere e, in tutto questo, io perdo tempo dietro a un hobby per ricchi e privilegiati.
Mi sentivo un po' in colpa, ma soprattutto mi sentivo incompleta.
Questa voglia di "cambiare il mondo", forse tipica della mia età, di sovvertire le regole e di rendere la Terra un posto migliore mi mancava nella passione a cui stavo dedicando la mia vita.

Dopotutto l'equitazione non è forse uno sport che si basa su una realtà fatta di soldi - tanti! -, figli e figlie di papà viziati/e, privilegi e raccomandazioni?
Non funziona forse così il mondo che gravita attorno allo splendido animale che è il cavallo? Non stiamo forse parlando di un universo di persone che vivono ignare di ciò che avviene fuori dalla loro piccola realtà fatta di bambagia e di mollezze?
In quanti - e parlo dell'equitazione agonistica perlopiù - vivono anche per qualcosa che va oltre il cavallo, le coccarde e i concorsi? In quanti sono idealisti? Veri combattenti nella vita?
In quanti alzano le serrande del negozio la mattina alle 6 per portare il pane a casa?

Ammettiamolo: il mondo dell'equitazione è formato, per la maggior parte, da persone che non hanno poi così tanti problemi.
Mi sentivo quindi chiusa in un ambiente che non faceva il caso mio, un ambiente che si fa poche domande e ha pochi intoppi.
Oddio, probabilmente non ho spiegato bene la mia idea, è un po' difficile farlo in questo caso...
Tuttavia, per fare un esempio, ragazze che si disperano dicendo di avere "Tutto il mondo contro" - giusto per fare un po' di vittimismo - quando i genitori comprano loro cavalli iper costosi, glieli mantengono in maneggi iper costosi, pagando loro capi d'abbigliamento iper costosi...ecco. Queste persone sono l'esempio di ciò che intendevo; persone il cui problema più grande è abbinare il sottosella con le protezioni del cavallo.
Persone che non hanno nessun motivo per cui voler cambiare il mondo perché il mondo ha già offerto loro tutto quello che poteva. Senza riserve.

Creare il blog mi ha aiutata a inquadrare la mia "missione", la mia idea per cui combattere: conservare intatta, in questo mondo corrotto, la passione e il rispetto per il cavallo. Lottare per vedere un'equitazione più consapevole e meno superficiale.

Vorrei quindi tornare al motivo iniziale di questo articolo: nel post di "una nessuna centomila" si parlava del confronto tra Creatività e Guadagno che, io personalmente, cambierei in PASSIONE e Guadagno, per estenderlo anche al mondo equestre.
Bene. Dopo le precedenti riflessioni mi sento di dire di aver aperto il mio blog per trasmettere passione.

Tuttavia non è così in tutti i casi: come dice l'autrice di unanessunacentomila.com è lecito farsi queste domande: cosa spinge i blogger ad essere tali?
Questo perché, come accade nell'universo della fashion blogger, anche nel mondo del "blogging" ad argomento equestre si vedono pagine web stracolme di immagini pornografiche (lo sapete che la pubblicità è pornografia?) - ops- pubblicitarie. 

I post - perché non mi va proprio di chiamarli articoli - straripano di PUBBLICITA'. 
E non stiamo parlando di quei simpatici articoli in cui l'autore consiglia un oggetto o uno strumento da lui utilizzato: si tratta di quelle situazioni in cui il nome della marca - per esempio - dei pantaloni dell'amazzone ricorre come una specie di mantra infernale. 
Insomma: una volta finito di leggere non puoi far altro che recarti in selleria e acquistare quei pantaloni, altrimenti quell'orribile cantilena non abbandonerà mai il tuo cervello.
Link su link a siti di vendita online, qualsiasi parola potrebbe contenere un link a tradimento, fotografie in cui in cavallo non è altro che misero personaggio secondario e poco importa se l'amazzone tira sulle redini come un'ossessa staccando la dentiera del povero equino: il nome della giacchetta, l'etichetta della camicia e il marchio del cap saranno comunque sempre in primo piano.
Il cavallo è solo uno sfondo carino.

Cosa c'è dietro a tutto questo?
Beh, per come la vedo io, inizialmente si sarà trattata di passione, ma poi cosa è successo? C'è stata una qualche trasfigurazione, qualche mutamento malefico: gli articoli dedicati ai cavalli si diradano sempre più, rimanendo più come una specie di scusa, di giustificazione e compaiono autentiche reclam pubblicitarie.


E' successo che alla passione per l'equitazione si è sostituita la passione per il guadagno. La passione per i riflettori e per il suono dei soldi in saccoccia.


Meditate gente. Meditate.
Vi lascio con una frase della blogger autrice di unanessunacentomila.com (blog che per altro vi consiglio di leggere: nonostante non c'entri nulla con i cavalli ha ottimi spunti di riflessione e il nome del blog stesso è assolutamente una trovata geniale):

Al momento sul tema possono essere solo espresse opinioni e sicuramente non si può fare una generalizzazione su tutta l’ampiezza del fenomeno.

Ci sono ancora, infatti, ragazze, emergenti nel campo, che intraprendono la strada del fashion blogging motivate da una forte passione per la moda, dotate di estro creativo e il cui fine non è (ancora) il guadagno.



Concludo dicendo che ci auguriamo, anche noi del mondo equestre, proprio che sia così.

Grazie a Chiara Morlacchi.



lunedì 28 ottobre 2013

Un pomeriggio con Spyrali Arte alla Briglieria

Ciao a tutti, eccomi qui finalmente: appena spunta un'occhiata di sole cerco di passare più tempo possibile all'aperto per godermi le ultime giornate così e sto dedicando poco tempo al blog!
Ad ogni modo, oggi vorrei parlarvi del bellissimo pomeriggio di sabato passato presso la selleria La Briglieria con la compagnia "preziosa" di Spyrali Arte!
Era da tanto che non andavo in selleria, essenzialmente per mancanza di fondi, ma non potevo assolutamente mancare a questa giornata.

L'evento consisteva nella presentazione di una nuova collezione di gioielli e bijoux a tema equestre firmati Spyrali Arte che io, per altro, avevo già addocchiato su Facebook.
Sapete quanto non mi piaccia ridurre l'equitazione a una mera moda, ma Spyrali Arte merita veramente di essere conosciuta in tutta Italia!
Questo perché?
Beh al di là della bellezza dei suoi prodotti (ho già trovato un braccialetto che mi piace e che devo assolutamente avere!), della competitività dei suoi prezzi, adeguati per pezzi praticamente unici, bisogna citare che Spyrali Arte è una realtà TOTALMENTE italiana.
L'idea (e la bottega) nasce a Como, in Lombardia, poco lontano dal confine Svizzero, ma pur sempre su territorio italiano; le creazioni si Spyrali Arte sono tutte marchiate Made in Italy, a partire dagli artigiani, fino ad arrivare alla distribuzione.

Un bracciale Spyrali Arte
indossato da me
Credo che sia molto importante pubblicizzare quanto di bello viene prodotto dal Belpaese che, colpito dai vari Made in China, Made in Taiwan & company, sta iniziando a perdere colpi. L'arte dell'essere artigiano sta sparendo ormai da decenni, inghiottito dalle industrie straniere site nei paesi meno avanzati.
Quindi W Spyrali Arte e la sua idea di un Made in Italy di altissima qualità, espressione della creatività e della voglia di fare che DEVONO contraddistinguerci.

Il tema equestre è poi, ovviamente, ampiamente apprezzato, ma quello che conta è ciò che ho già detto: una creazione tutta Italiana che ha la sua parola d'ordine nella QUALITA'.

Il pomeriggio presso la Briglieria ha avuto in ogni caso grande successo e sono stati venduti numerosi bijoux tra l'entusiasmo di chi ha partecipato all'evento.
Vi regalo qualche foto del magnifico banchetto allestito da Spyrali Arte in negozio.


Scorcio de La Briglieria


sabato 26 ottobre 2013

Horse Academy

Ciao a tutti!
Scusate l'assenza, ma sono stata un po' impegnata in questi giorni...

C'è un grande progetto che si sta iniziando a formare, ma di questo parleremo più avanti!
Oggi volevo parlare di Horse Academy (non sto nemmeno a dire cos'è, tanto lo conoscete tutti!), ma prima vorrei aggiornarvi su me e Fabrizia.


Oggi approfittando di un'occhiata di sole, dopo aver lavorato ci siamo concesse qualche ora rilassante in paddock. 
Lei non ha smesso per un attimo di chiamare Rolex, lo stallone di una mia amica e di trottare e sgroppare: era proprio felice della bellissima giornata!
Per noi si preparano degli "appuntamenti importanti": il 30 ottobre parteciperemo a uno stage con il cavaliere internazionale Francesco Groppi! Non vedo l'ora, finalmente dopo quasi un anno da autodidatte (intervallato solo da una lezione con l'istruttrice del centro Bilitis Colombo) ci confrontiamo con qualcuno di veramente esperto che sicuramente sarà in grado di darci un sacco di indicazioni e suggerimenti per proseguire il lavoro insieme. E chissà che non ci scappi anche un'intervista!
L'1 novembre invece, dopo una giornata (quella del 31) che ho già programmato di riposo per Fabrizia, sperando nel bel tempo ci sarà il sociale di Halloween organizzato dal Centro Ippico New Artephion!
La mattina alle 10 si svolgerà la prova dedicata al dressage, e al pomeriggio quella per gli ostacolisti.

Sto ancora scegliendo che ripresa preparare, ma penso che non azzarderò niente di troppo complicato visto che comunque sarà una giornata piuttosto "affollata", per così dire!
In ogni caso, work in progress per il costume di Halloween! Voi fate qualcosa? Avete già idee per travestirvi?

Tornando all'argomento principale dell'articolo: è iniziato, ormai da due settimane Horse Academy, il talent show (o reality show...?) ideato da Luca Panerai per Class Horse TV.

Lo ammetto, lo seguo e anche piuttosto assiduamente, ma onestamente speravo di vedere molta più equitazione e meno pettegolezzi e gossip.
Il programma di per sé non è male, sicuramente parteciparvi è un'ottima occasione sotto molti punti di vista: osservando i "Diari del giorno" (che potete trovare: qui) si evince che sono state previste numerose lezioni con personalità importanti del mondo dell'equitazione. Sono rimasta piacevolmente stupita dalle lezioni con Pariani, riguardo alle selle e dalla presenza di istruttori di eccezione, tra cui Giovanni Consorti e Roberto Rotatori, giusto per citarne alcuni.
Che dire? Ottima cosa, ottima idea e ottima opportunità.
Purtroppo seguendo il programma si riesce a vedere veramente poco di tutto questo: viene lasciato molto spazio alle lamentele o alle vicende personali (voi direte: giustamente! E' un reality show!), ma io avrei voluto vedere più spesso i protagonisti del programma in sella. Ciò avrebbe permesso senz'altro di votarli meglio, seguendo criteri basati sulla loro bravura in sella e non solo per mere preferenze che spesso si formano ancora prima dell'inizio del programma.
Insomma: anche essere tempestati su FB di messaggi "Vota tizia..", "Vota tizio.." non è carino, ma più che altro non lo trovo corretto.
Tuttavia questo è, a mio parere, anche un errore da parte della produzione che avrebbe dovuto destinare più spazio al lavoro in sella e in scuderia dei concorrenti, magari togliendo un po' di "frames" alla pubblicità di Fixdesign & Company che, onestamente ha un po' stancato!

Altro neo è che purtroppo, inizialmente, la voce che era girata era che il programma fosse stato ideato per permettere a coloro che hanno meno possibilità economiche di emergere e avere un'opportunità per dimostrare la propria bravura.
Da quello che si può notare guardando provini e i video dei casting pare che invece di ricchi ce ne siano veramente molti.
Tuttavia devo segnalare che secondo me Alessandro Lauria, Nicolò Quarteroni e Matilde Morganti possono veramente meritare di essere seguiti e votati!
Questi tre ragazzi si sono distinti, ai miei occhi perlomeno, per uno spiccato senso di umiltà.
Ovviamente questa è l'idea che uno si può fare guardando dei video, ma tutti e tre mi sono sembrati grati alle loro famiglie per essere dove sono e con una gran voglia di darsi da fare e di cogliere le opportunità.

Al momento io sto assolutamente tifando per loro e, per il resto c'è da dire che la partecipazione di personaggi e atleti come Kevin Staut, Valentina Truppa e Roberto Rotatori (per citarne alcuni) dà veramente lustro a questo programma e suscita un po' di invidia da parte di chi, come me, non ha partecipato! Sarebbe stata veramente un'ottima occasione, anche solo per entrare in contatto con personalità così importanti del nostro sport. Dopotutto c'è sempre da imparare; e poi...finalmente un programma che dia visibilità al nostro sport!
Dopotutto: tutto è meglio di niente!




mercoledì 23 ottobre 2013

Lesioni causate dal morso nella bocca del cavallo & L'Hackamore questo sconosciuto

Ciao a tutti! Ho trovato di recente un bellissimo sito dove è possibile reperire pubblicazioni scientifiche di medicina veterinaria e mi sono imbattuta nel seguente articolo correlato agli studi del Dottor Cook, riguardo ai danni causati dall'imboccatura e agli studi che sono stati fatti in merito:



Periositite interdentale o erosioni dentali nel novanta per cento circa dei soggetti di uno studio

In uno studio, sono state confrontate le mandibole di 66 cavalli domestici (Equus caballus) e di 12 cavalli   selvatici o di Przewalski conservate in 4 musei.

 Si riscontrava la presenza di periostite nello spazio interdentale (barra) di non meno del 62% delle emimandibole dei cavalli domestici. Nel 61% dei secondi premolari inferiori si riscontrava erosione dello smalto e della dentina (classificazione di Triadan: 306 o 406). L'88% delle mandibole dei cavalli domestici presentava una o entrambe le lesioni. Più grave era la periostite interdentale, maggiore era la probabilità di erosione del sesto dente. Le dodici mandibole dei cavalli selvatici non presentavano nessuna di queste lesioni.

Lo studio descrive un protocollo di valutazione clinica per l’identificazione dei danni causati dal morso nel cavallo vivo. L'autore dello studio ritiene che il morso sia causa di alcune patologie idiopatiche e di molti problemi comportamentali del cavallo.

Maria Grazia Monzeglio Med Vet PhD
mg.monzeglio@evsrl.it


“Damage by the bit to the equine interdental space and second lower premolar” W R Cook. Equine Vet Educ. July 2011; 23(7): 355-360.


Tratto da: VetJournal

Credo sia molto importante il fatto che negli ultimi anni si stiano conducendo un alto numero di studi in merito all'effetto dell'imboccatura. 

Essa rimane, a mio parere, un corpo estraneo nella bocca del cavallo, un'arma, se così si può dire, da usare con estrema cautela.

Avete mai provato a immaginare il fastidio nell'avere un pezzo di ferro in bocca? Ecco, questo va sommato anche al disagio dovuto alla mano del cavaliere che può non essere sempre dolce e rispettosa.

Mi piacerebbe quindi dare ulteriore visibilità a questi studi scientifici sperando in una continuazione degli stessi al fine di definire la pericolosità dell'uso dell'imboccatura, valutando anche la "forza" della stessa e l'uso che ne viene fatto dal cavaliere.

Sarebbe bello, per esempio, capire quali danni vengono provocati da un'imboccatura in metallo senza leve e una simile, ma in gomma; oppure, ancora, la differenza tra un pelham e un filetto. 
Avere delle conferme scientifiche potrebbe sicuramente aiutare i cavalieri di oggi e di domani a scegliere cosa mettere in bocca ai propri cavalli, partendo da nozioni verificate e non potendo, quindi, ignorare le conseguenze delle proprie decisioni.

Qui potete reperire ulteriori informazioni.

Detto questo mi piacerebbe passare a parlare dell'HACKAMORE.

Conoscete questa non-imboccatura? Io ne sentii parlare per la prima volta anni fa, leggendo un articolo su Il mio cavallo (nota rivista di settore ndr), ma da allora non me ne interessai più essendo anche qualcosa di meno diffuso rispetto a filetti e morsi "tradizionali", soprattutto - e a buona ragione - nelle scuole di equitazione.

Leggendo e informandomi sui danni causati dall'imboccatura ho ripensato all'hackamore prima di arrivare a provare la Bitless Bridle. Di recente mi è tornata la voglia di provare questo strumento, più che altro per sperimentare e capire se il suo utilizzo possa portare dei profitti al lavoro con la mia cavalla.
Ovviamente non lascerò il lavoro in BB, anzi, ma per un breve periodo considero di intervallare Bitless e Hackamore per arrivare a una valutazione generale di quale di questi due metodi "iron free", per così dire, possa essere il migliore.
Ammetterò di essere molto scettica per vari motivi: l'hackamore è una non imboccatura considerata piuttosto forte e coercitiva, quindi ci vogliono delle buone mani per utilizzarla.
Spero di riporre la giusta dose di fiducia in me stessa, ma, dopotutto, se non si prova non si può sapere. 
Visto il mio scetticismo mi riservo di togliere l'hackamore ai primi segni di insofferenza da parte della cavalla e di incapacità da parte mia per tornare a un lavoro che, attualmente, ci mette più d'accordo.

Detto ciò ho deciso di informarmi bene sulla funzione e l'utilizzo dell'hackamore. 
Cercando in giro ho letto ciò che segue:

Non è altro che una museruola con due leve che, tirate dalle redini, la stringono, se il cavallo la sopporta meglio del ferro in bocca, non penso che ci siano controindicazioni.

Firmato: Colonnello P. Angioni.
(Per chi non lo conoscesse: Paolo Angioni è medaglia d'oro olimpica nella disciplina del completo!).
Una museruola quindi: tutto sommato detta così non mi sembra ci si allontani molto dalla BB. Dopotutto anche la Bitless produce questo effetto: tirando sulle redini la capezzina si stringe.
Ciò che secondo me crea una notevole differenza sono le LEVE.
Leve come quelle di un Pelham. Leve sono anche le chiamate di un Pessoa.
M.M. Beerbaum. Hackamore tedesco + Filetto


Beh non stiamo parlando di imboccature dolci, diciamo. Da qui viene gran parte del mio scetticismo.

Per precisare: sto parlando dell'HACKAMORE INGLESE, non del modello tedesco, dotato di una nasalina più sottile e di leve molto più lunghe. 




PS: Ragazzi, comincia il countdown per FIERACAVALLI a Verona! Chi di voi ci sarà? Avete già fatto la lista per gli acquisti? 

martedì 22 ottobre 2013

L'Equitazione è una scienza

Ciao a tutti!
Oggi volevo continuare con le riflessioni, prima di parlare del lavoro fatto con la mia cavalla questo pomeriggio.
Girando per Facebook sono incappata in questa meravigliosa pagina: Monta in Libertà.
Leggendo qua e là ho finito per trovarmi meravigliosamente con la gran parte dei post in cui incappavo e in particolare ho deciso di riportarvi ciò che segue: 

Spesso la gente ritiene che l'antichità di un principio sia garante della qualità di quest'ultimo. 
Una delle prime "accuse", a mio avviso la meno ponderata, che viene mossa contro chi predica l'eliminazione dell'imboccatura, è quella di rinfacciare la mole di secoli nei quali la stessa è stata utilizzata. 
Ebbene, a queste persone vorrei ricordare che l'Equitazione è una scienza, e come tutte le scienze va indagata per renderla sempre più precisa e coerente, per renderla sempre migliore. 
A queste persone vorrei ricordare che da secoli il toro viene torturato e poi ucciso nella corrida, che da secoli la gente muore di fame, da secoli il mondo gira tutto storto... e non per questo è giusto che continui ad essere per sempre così.
A volte si tratta solo di pigrizia. 
A volte semplicemente la gente si sente comoda nel nido di convinzioni che si è faticosamente creato. Vederlo crollare sarebbe una disgrazia. 
Costruirne uno nuovo un'impresa. Il problema, è che è molto più comodo adagiarsi sulle proprie vittorie e tapparsi le orecchie, piuttosto che affrontare verità scomode....

Devo ammettere che leggere queste parole mi ha confortata parecchio. Mi sento di portare avanti una battaglia con i mulini a vento. In quanti mi hanno risposto che la BB è una cosa "assurda" e che erano scettici al riguardo solo perché si è sempre usata l'imboccatura è - pare - sempre si dovrebbe usare? Troppi. Sembra assurdo, ma c'è veramente gente che la pensa così. 
Concludo qui perché riguardo a queste cose ho già parlato parecchio sollevando anche numerose discussioni (alcune produttive. Altre molto sterili).
In questo momento sto guardando un video favoloso di un dressagista che compie una ripresa senza né morso né testiera. Purtroppo non riesco a linkarvelo da Facebook, ma fatevi un giro sulla pagina sopracitata e avrete numerose piacevoli sorprese.

Allego anche un frammento tratto dal documento ufficiale del Dottor Cook (già citato svariate volte in questo blog!) per parlare ancora di Bitless ed equitazione senza imboccatura in generale.

"Una comunicazione accettabile dovrebbe essere:
• umana;
• efficace come forma di comunicazione;
• Compatibile con la fisiologia del cavallo sotto sforzo.

Il metodo con l’imboccatura è inaccettabile in base a tutti e tre i criteri. Potrebbe essere considerata umana nelle mani di un cavaliere eccellente che ha imparato a non farne uso. Ma anche un cavaliere eccellente non è nato con una mano leggera e per anni cavalli hanno dovuto sopportare dolore intanto che il cavaliere,
diventato eccellente dopo un lungo tirocinio, imparava. Nelle mani di un cavaliere medio, l’imboccatura causa dolore. Nelle mani di un principiante, l’imboccatura è una crudeltà.

C’è anche una quarta caratteristica di ogni metodo di comunicazione; non si tratta di un criterio assoluto, ma, quando è presente, rappresenta un plusvalore. Si tratta della sua applicabilità ad ogni tipo, temperamento, età e grado di addestramento del cavallo, oltre che ad ogni tipo, temperamento, età e grado di addestramento del cavaliere. Nonostante che il metodo con l’imboccatura sia stato usato a lungo in tutte le discipline e su tutti i
tipi di cavallo, si deve dire che l’imboccatura induce con troppa facilità ad abusarne, sia intenzionalmente che senza volerlo. Non può, quindi, essere raccomandato per l’uso generalizzato.


Tralasciando l’evidenza attualmente disponibile sul fatto che l’imboccatura causa dolore, anche l’efficacia dell’imboccatura dal punto di vista del cavaliere è discutibile, vista semplicemente la molteplicità di modelli di imboccatura in commercio. Questa situazione è abbastanza simile a quella che avviene in medicina.
Quando esiste una molteplicità di trattamenti per una malattia o un problema, si può generalmente affermare che nessun trattamento è completamente soddisfacente.

Come ci si può aspettare, il metodo basato sull’imboccatura è inefficace a prevenire i molti casi di sgroppata, smontonata e impennata causati dalla stessa imboccatura. Quando si capisce che questi tre problemi hanno l’imboccatura come causa comune,
diventa evidente che non è logico aspettarsi di risolverli continuando nell’uso dell’imboccatura, semplicemente cambiandone la forma."

Preso da "Paura dell'imboccatura" di Robert Cook, allego l'intero PDF: http://www.alexbrollo.com/pdf/W.%20Robert%20Cook%20-%20Articolo%20_Paura%20dell'imboccatura_.pdf

Passando a me e alla mia belva (pelosissima! Bisogna assolutamente tosare!), oggi abbiamo lavorato in modo fantastico.
Dopo una sessione di lavoro iniziata bene, ma poi finita nel disastro oggi finalmente ho montato nella più totale tranquillità con una cavalla perfettamente in avanti, con il giusto impulso e il giusto atteggiamento verso il lavoro.
Finalmente ho sentito una Fabrizia propositiva e con la voglia di ragionare sul lavoro da fare.
Dopo una mezz'ora di trotto con svariati cambiamenti di mano, esercizi sulle transizioni e sulle flessioni (un must have per noi! N.B. Consiglio fortemente il lavoro in controflessione per sciogliere la muscolatura e mettere in funzione le anche) le ho chiesto qualche partenza al
galoppo e per la prima volta dopo mesi ho ottenuto un galoppo di lavoro.
Ovviamente l'incantesimo è durato giusto due circoli e mezzo giro di campo, poi si è interrotto e la cavalla si è scaldata.

Ma cosa dicono i massimi esperti? Chiedere tanto, accontentarsi di poco!
Avanti così! Soprattutto considerando che finalmente la cavalla lavora rotonda (un grado sopra la verticale. Cosa ammessa e secondo me anche segno positivo di un cavallo con personalità che è PARTECIPE del lavoro del cavaliere. Nota bene: un grado SOPRA. Non sotto.) in Bitless Bridle senza mai rischiare di spegnere il "motore".

Dopo il lavoro ho premiato Fabrizia con un quarto d'ora di giostra, tante mele e coccole assolutamente meritate!
Credo moltissimo nell'importanza del premio e cerco di immaginare la sensazione di rientrare in box, essere puliti, messi al caldo e ricevere qualche dolce chicca. Voi quando tornate a casa dal lavoro o dalla scuola non amate un bel piatto di pastasciutta, una doccia calda, una tuta comoda e un bel film? Beh, credo che questo renda l'idea di come credo si senta la mia cavalla.
Coccolata e amata.

Stay Tuned.
F. 

PS: Il video di cui parlavo più su alla fine lo potete trovare sulla nostra pagina Facebook: Il Mondo Oltre L'Ostacolo.


lunedì 21 ottobre 2013

Strumenti di tortura o oggetti miracolosi?

Oggi sono andata all'ippodromo di San Siro di Milano e sono rimasta veramente stupita dalla bellezza della maggior parte dei cavalli: fisico perfetto, posteriori potenti e ben muscolati, gambe lunghe e forti, tendini asciutti...insomma, dei capolavori questi cavalli da corsa!
Facevo inoltre caso come fossero - per la maggior parte - in linea di massima montati con filetti piuttosto semplici. Al galoppo sulla pista utilizzavano il loro corpo in modo magistrale, delle perfette macchine per vincere.


Mi sono chiesta quindi se per l'addestramento di questi campioni si ricorra o meno all'uso di redini particolari, abbassatesta vari e altri aggeggi. Onestamente è ovvio che non posso saperlo di per certo ed è altrettanto ovvio che il mondo delle corse ha già i suoi difetti e i suoi "brutti personaggi" però sono giunta alla conclusione che, dato che non si ricerca un cavallo "riunito" e in atteggiamento, difficilmente vedremo redini di ritorno e altri oggettini in mano a chi addestra i purosangue da corsa. O comunque, diciamo che l'uso in quest'ambito dei suddetti strumenti dovrebbe essere più limitato rispetto a quello che se ne fa, per esempio, nelle discipline olimpiche.

Tutto questo per arrivare a una conclusione: oggi ho visto cavalli anche molto giovani (il cui "utilizzo" in gare come quelle del galoppo è decisamente opinabile secondo me!) galoppare molto velocemente utilizzando al meglio tutte le risorse che il proprio corpo metteva loro a disposizione. Fantastico, non è dunque questo quello che andiamo ricercando tutti quanti noi che montiamo a cavallo? Un equino in grado di dare il massimo utilizzando i propri muscoli al 100%.
Non vorremmo quindi cavalli contratti, costretti in posizioni innaturali solo per metterli forzatamente in "atteggiamento". Vero?

Ho iniziato quindi a ragionare su redini di ritorno, gogue, abbassatesta di ogni genere, redini elastiche e chi più ne ha più ne metta. Voi cosa ne pensate?
Si legge ovunque che tutti questi "attrezzi" dovrebbero essere utilizzati da mani esperte. Ok, ma chi decide qual è una mano veramente adatta all'uso, per esempio, delle redini di ritorno? Perché pare che il giudizio sia lasciato ai singoli dato che aggeggi di questo tipo si vedono - addirittura - nelle scuole di equitazione, in mano ad allievi più o meno esperti che, però, nella miglior ipotesi hanno sempre avuto a che fare con cavalli mediamente bravi e pazienti.

Avendo io stessa provato sulla mia pelle i risultati di redini di ritorno - per citare uno degli strumenti più utilizzati - usate "tanto per" mi sento di sconsigliarle a chi, come me, ha ancora tanto da imparare in sella. Ma dopotutto...chi non ha ancora tanta pappa da mangiare per arrivare alla perfezione?
Lo dicono gli stessi cavalieri che poi salgono sui podi più importanti del mondo: non si finisce mai di imparare.

Tuttavia probabilmente c'è un livello a cui è ragionevole sentirsi autorizzati a mettere addosso al cavallo più o meno quel che si desidera.

Vorrei però chiedere a tutti coloro che montano in modo amatoriale un favore: il corpo del cavallo è una macchina molto delicata (se così si può dire); come noi anche i cavalli soffrono le conseguenze di posture sbagliate, solo che spesso, non potendo essi parlarci chiaro, non riusciamo a capire quale sia il problema finché, ormai, non è troppo tardi.
Sperimentare è cosa buona e giusta, per come la vedo io, ma ritengo che alcuni oggetti - senza i quali per altro si possono ottenere risultati eccellenti in ogni caso - debbano essere affidati alle mani dei professionisti.
Come dico sempre: io diffido anche degli istruttori. Purtroppo le esperienze negative in questo campo (istruttori, giusto per non far nomi, che definivano la Bitless Bridle: "questa testiera strana"!) mi hanno portato a sviluppare un'importante senso critico che in ogni caso ho anche nei miei confronti.

Chiedete quindi, informatevi e traete le vostre conclusioni.



Non sono io ad essere in grado di definire cosa è giusto e cosa non lo è e non sono qui a dire che io mai cadrò nell'illusione che un OGGETTO possa fare il miracolo che io in sella non sono in grado di operare: tuttavia sono i cavalieri come Francesco Vedani o Massimo Basili - che io stimo molto - per fare un esempio a dirci che stiamo andando nella direzione sbagliata.

I risultati che stiamo ricercando con quelle che io definirei SCAPPATOIE si possono raggiungere tranquillamente, con più calma e pazienza, impostando un corretto lavoro in sella, magari seguiti da un buon istruttore se necessario.
Probabilmente, come molti dicono, questi "strumenti speciali" sono stati inventati per una buona ragione e per una buona causa, ma finché il mondo sarà costellato da esempi come quelli che ho postato in questo articolo non vedo come debba essere concesso a tutti un utilizzo fuori controllo di questi aggeggi.


(Foto prese da internet e, in particolare, da questa pagina Facebook).

Mi piacerebbe quindi invitare tutti a una riflessione: quelli che scambiamo per oggetti miracolosi, non sono forse strumenti di tortura?
In alcuni casi riesco a riconoscerne un uso anche utile, ma parlando sempre di redini di ritorno - ma si potrebbe citare per esempio uno strumento apparentemente innocuo come la martingala. A cosa serve la martingala, magari fissa? - difficilmente vedo un'utilità a costringere un cavallo a una posizione che in realtà non vorrebbe tenere: se il cavallo non riesce a mettersi da solo nell'atteggiamento corretto per lavorare vuol dire che c'è qualcosa che non va.

Un problema nostro a livello di assetto e uso degli aiuti? Delle lacune nell'addestramento del cavallo? Un'età o una muscolatura ancora non adatti a questo genere di lavoro?


Purtroppo in pochi si pongono queste domande e ancora più difficilmente si sente di persone che OSANO mettersi in gioco, mettendo in dubbio prima di tutto le proprie capacità.

Io, per esempio, per mio modesto parere, consiglierei tanto lavoro sugli aiuti: siamo capaci di mettere l'impulso correttamente e di dosare la mano?
Oppure mi farei consigliare qualche esercizio - io non mi permetto di scriverne qui dato che non sono né un'istruttrice, né tanto meno una BRAVA istruttrice - da qualcuno di esperto, per imparare ad arrivare a una collaborazione serena tra cavallo e cavaliere, cooperando per raggiungere lo stesso obbiettivo: un cavallo tranquillo, pronto alle richieste e in grado di utilizzare tutto il suo corpo per darci il 100%.




Per chi lo desiderasse, ecco qualche esempio di quello che io PERSONALMENTE ritengo un cavallo che lavora, lasciatemelo dire, COME DIO COMANDA:




(Ho aggiunto di proposito esempi di ogni tipo: con imboccatura, senza imboccatura, senza testiera addirittura, in dressage, monta classica e reining. Ma si potrebbe tranquillamente continuare.).

QUESTA è perlomeno la mia filosofia.
Ogni giorno che salgo in sella ho, appese proprio affianco alla mia Bitless Bridle delle redini di ritorno; esse mi guardano in modo assolutamente invitante. Sarebbe così semplice attaccarle e avere una cavalla in "perfetto" atteggiamento quandunque io lo desideri.
Una cavalla che tutti guarderebbero con ammirazione e con mormorii stupiti.
A volte sono molto tentata da quelle redini. Sono stata, in passato, tentata anche da martingale fisse e non, per esempio; si potrebbe aprire anche un capitolo sui chiudibocca. 
Che brutto vedere la tua cavalla con la bocca spalancata, è così antiestetico! Rimetti il chiudibocca. Parole testuali di una cosiddetta istruttrice di primo o secondo livello FISE. E in effetti, anche in questo caso sarebbe stato allettante: cavalla in ordine, bella da vedere.

Ma questa non è l'equitazione che voglio portare avanti io. 
E' la mano il problema. Non la bocca antiesteticamente aperta della cavalla. Magari un giorno mi ricrederò.

domenica 20 ottobre 2013

One of us: l'equitazione secondo Giulia & Csini

Ciao a tutti! Ritorna la rubrica dedicata ai binomi de Il Mondo Oltre L'Ostacolo! Prima di iniziare però vorrei veramente ringraziare tutti voi per aver fatto raggiungere, in poco più che due mesi, il traguardo delle 6 MILA visualizzazioni al mio blog! 
Davvero grazie, grazie, grazie! Grazie a chi mi segue per sincero interesse e a chi lo fa solo per criticarmi alle mie spalle, grazie perché, in ogni caso, siete stati preziosi. Mi auguro di raggiungere un numero sempre maggiore di lettori e di conquistarvi giorno per giorno con la mia voglia di portare avanti un'equitazione pulita, umile e informata!
Vi annuncio inoltre che il blog ha ricevuto un riconoscimento direttamente da NetParade! Siamo ufficialmente un sito web in classifica. Ecco l'award:


In classifica

Passiamo quindi all'argomento principale di questo articolo: l'equitazione secondo Giulia&Csini, terzo binomio a comparire su Il Mondo Oltre L'Ostacolo.
Buona lettura!





Nome: Giulia De Nicolo
Età: 21 anni
Cibo preferito: pasta alla carbonara
Una strana abitudine: Pulisco sempre occhi e piedi alla mia cavalla in modo maniacale.
Segni particolari: Un tatuaggio con un cavallo che salta sulla spalla.
Patente: Brevetto, sto cercando di prendere il primo grado.














Nome: Csini
Età: 14 anni
Cibo preferito: Carote e anguria
Una strana abitudine: Sbadigliare sempre più volte prima di mettere la testiera
Razza: Ungherese
Segni particolari: Musetto rosa e corona ungherese "tatuata" sulla schiena.











Cosa tu non sopporti della tua cavalla: La sua voglia pazza di partire come un missile appena, in gara, sente la campanella!
Cosa la tua cavalla non sopporta di te: Non sopporta quando, subito dopo che abbiamo finito di lavorare, non le do immediatamente i biscottini e me ne dimentico!

Cosa tu ami della tua cavalla: Amo assolutamente quando, appena arrivo in maneggio, lei si affaccia alla porta del paddock guardandomi con insistenza, come per chiedermi di andarla a prendere.
Cosa la tua cavalla ama di te: Ama quando la porto in passeggiata. 
Le piace moltissimo, la aiuta a svagarsi e, essendo lei una gran golosona, ama anche quando riesce a rubare qualche pannocchia mentre passeggiamo.
Dove abitate? Lei Bregnano (CO), io Sesto San Giovanni (MI).
Da quanto vi conoscete? 2 anni ormai!
Il vostro motto: "Per fare netto ci vuole un binomio."



Qualcosa da raccontare...

La cosa bella del nostro rapporto, che io ritengo molto speciale, è che io e la mia cavalla ci intendiamo al volo quando lavoriamo e il punto cardine dei nostri successi è il gioco di squadra, soprattutto in gara.
Lei è estremamente competitiva e da questo suo essere essere molto grintosa ho imparato a non mollare mai.
So che quando io non ce la faccio e sono in difficoltà c'è lei a sostenermi e a sistemare i problemi.


E' soprattutto grazie a lei se sto crescendo e non posso fare altro che ringraziarla ogni giorno per tutto quello che fa per me e per le emozioni che mi regala, sia che mi porti sul podio sia che scappi l'errore.
Inizialmente devo dire che le cose sono state piuttosto semplici. Quando l'ho comprata, anche se non avrei potuto, abbiamo iniziato subito con tre vittorie consecutive, ma poi ovviamente sono iniziate le sfide e abbiamo dovuto cominciare a lavorare per conoscerci e migliorare l'una i difetti dell'altra.
Di base abbiamo dei modi diversi di comportarci e quindi è stato tutto uno "smussarci" per combaciare perfettamente ed entrare in totale armonia e rispetto reciproco, che è la base del nostro rapporto.
Posso dire che le decisioni, per esempio su un percorso - girata stretta oppure no?! - le prendiamo sempre in due, non c'è un TU e un IO. Siamo solo un NOI.






Se avete una storia da raccontare e volete apparire come binomio contattatemi utilizzando i dati presenti nella sezione apposita!



sabato 19 ottobre 2013

Book: Equitazione e leggerezza - Francesco Vedani

Ritorna la rubrica per i libri dedicati al mondo equestre! 
Questa volta ho deciso di parlare del prezioso manuale - se così si può definire - scritto da Francesco Vedani.

L'autore è ormai celebre sul web per i suoi video "didattici" su youtube in cui tratta alcuni aspetti dell'equitazione classica, ma se non ne sapete ancora nulla questo è il suo canale YouTube.

Il mio interesse per Francesco Vedani e per i suoi insegnamenti nasce proprio sul web, guardando i suoi video: spiegazioni chiare, correlate da video esplicativi in cui FINALMENTE si vede qualcuno che DIMOSTRA ciò che sta spiegando.
Montando svariati generi di cavalli Francesco Vedani ha reso tangibili i suoi insegnamenti.
Il risultato non è la solita pappardella di informazioni. Non si tratta di video con un uomo che spiega cosa fare per insegnare al proprio cavallo la spalla in dentro - per dire! - senza però mostrare nemmeno un crine del suddetto cavallo.
Qui vediamo un cavaliere che con umiltà sale in sella e dimostra di non aver raccontato solo frottole. 
E non si tratta nemmeno di uno pseudo-esperto del mondo equestre voglioso di mettersi in mostra: possiamo vedere esercizi di altissimo livello eseguiti in modo sopraffino, seguendo la regola della monta in leggerezza.

Dopo questa necessaria introduzione passiamo al dunque.
In seguito alla sua dilagante fama su internet Francesco Vedani ha deciso - saggiamente - di passare alla letteratura.

Da questo desiderio di diffondere un metodo che non crea niente dal nulla, ma che si ispira ai vecchi classici con un pizzico di modernità nasce Equitazione e Leggerezza. 

Il libro si articola in svariati capitoli che prendono il nome dai vari step dell'addestramento del cavallo: passiamo dall'insegnamento del galoppo partendo da una perdita di equilibrio, arrivando a tutto quello che riguarda il lavoro su due piste.
Cosa assolutamente interessante è che Vedani FINALMENTE ci spiega il PERCHE' degli esercizi che ci propone.
Non ci siamo mai chiesti PERCHE' ogni tanto i nostri istruttori ci fanno fare dei passi indietro? E soprattutto..ci siamo mai chiesti se gli istruttori stessi fossero pienamente a conoscenza delle utilità di questo importante esercizio?
Quante volte abbiamo visto i passi indietro utilizzati come punizione? E forse ci sono anche stati insegnati a questo scopo: inibire il cavallo, sgridarlo. Vedani nel suo libro non parla mai di esercizi "punitivi": tutto ha una propedeuticità all'addestramento POSITIVAMENTE in leggerezza del cavallo.


Non ci credete?
Il libro è caldamente consigliato sia per le spiegazioni teoriche che per la poesia che esso contiene. 

Oltre al testo scritto da Vedani stesso le pagine sono ricche di fotografie meravigliose e preziose citazioni di personaggi illustri come Nuno Oliveira.
Assolutamente non da perdere.

Voto: 8 +
Osservazioni: Avrebbe potuto contenere un numero maggiore di nozioni tecniche, ma con il supporto dei video YouTube può dare degli ottimi spunti su cui iniziare a lavorare. 

Per acquistare il libro: potete cliccare su questo link al quale troverete tutte le informazioni su prezzi, spedizione e modalità di acquisto oltre a un pratico elenco di link utili tutti dedicati a Francesco Vedani.

Altro aspetto assolutamente interessante lo potete trovare in fondo alla pagina: parte degli incassi del libro verranno devoluti all'Associazione Onlus Samari. Sul sito potete trovare tutte le info necessarie riguardo a questa splendida iniziativa umanitaria.