martedì 29 ottobre 2013

Guadagno o Passione? Riflessione sul mondo del blog

Il blog è un fortissimo veicolo di idee. Ormai per far sapere al mondo cosa abbiamo nella zucca possiamo aprire uno spazio web come questo e dare libero sfogo al nostro bisogno di essere sotto i riflettori.
E questo, badate bene, è un diritto di tutti.
Chiunque può accedere, per esempio a blogspot e fare quello che ho fatto io qualche mese fa.

Questa riflessione nasce da un articolo letto su un blog che con i cavalli non ha assolutamente nulla a che fare.
Oddio, forse possiamo vedere qualcosa di "equestre" su questa pagina web dato che quest'anno sembrerebbe andare molto di moda lo stile "amazzone", ma su un blog dedicato alla moda si troverà ben poco riguardo a ciò di cui parliamo qui.



Poco male: leggendo "Guadagno o Creatività?" su unanessunacentomila.com ho pensato che quello che viene scritto nell'articolo sopracitato si adatti perfettamente anche all'attuale situazione del mondo equestre "sul web".
Quando ho aperto Il Mondo Oltre L'Ostacolo avevo in testa due cose: scrivere della mia passione e farlo come si deve.
Questo semplicemente perché nel mio futuro vorrei lavorare con i cavalli - ovviamente -, ma l'idea del giornalismo mi frulla in testa ormai da qualche anno e, aprire un blog come questo, ha creato il connubio ideale tra la mia passione per il mondo degli equini e la mia voglia di scrivere, scrivere, scrivere. Voglia che purtroppo negli ultimi anni avevo perso.
Blocco dello scrittore si dice? Non lo so, non so se sono mai stata una scrittrice e se mai lo diventerò, ma il fatto è che cominciare a scrivere su Il Mondo Oltre L'Ostacolo mi ha aiutata a formare un'idea di ciò che voglio essere e delle idee che vorrei trasmettere.
Soprattutto di recente mi sono sentita completata da questo "passatempo" che è il blog: nel dedicarmi all'equitazione mi sono sempre chiesta se non fosse che mi stavo chiudendo in un piccolo mondo tutto mio, dimenticandomi di ciò che avviene attorno a me; insomma, la riflessione che ho fatto è questa: nell'universo mondo ogni giorno ci sono cose di cui parlare, avvenimenti terribili da mettere in luce, battaglie da combattere e, in tutto questo, io perdo tempo dietro a un hobby per ricchi e privilegiati.
Mi sentivo un po' in colpa, ma soprattutto mi sentivo incompleta.
Questa voglia di "cambiare il mondo", forse tipica della mia età, di sovvertire le regole e di rendere la Terra un posto migliore mi mancava nella passione a cui stavo dedicando la mia vita.

Dopotutto l'equitazione non è forse uno sport che si basa su una realtà fatta di soldi - tanti! -, figli e figlie di papà viziati/e, privilegi e raccomandazioni?
Non funziona forse così il mondo che gravita attorno allo splendido animale che è il cavallo? Non stiamo forse parlando di un universo di persone che vivono ignare di ciò che avviene fuori dalla loro piccola realtà fatta di bambagia e di mollezze?
In quanti - e parlo dell'equitazione agonistica perlopiù - vivono anche per qualcosa che va oltre il cavallo, le coccarde e i concorsi? In quanti sono idealisti? Veri combattenti nella vita?
In quanti alzano le serrande del negozio la mattina alle 6 per portare il pane a casa?

Ammettiamolo: il mondo dell'equitazione è formato, per la maggior parte, da persone che non hanno poi così tanti problemi.
Mi sentivo quindi chiusa in un ambiente che non faceva il caso mio, un ambiente che si fa poche domande e ha pochi intoppi.
Oddio, probabilmente non ho spiegato bene la mia idea, è un po' difficile farlo in questo caso...
Tuttavia, per fare un esempio, ragazze che si disperano dicendo di avere "Tutto il mondo contro" - giusto per fare un po' di vittimismo - quando i genitori comprano loro cavalli iper costosi, glieli mantengono in maneggi iper costosi, pagando loro capi d'abbigliamento iper costosi...ecco. Queste persone sono l'esempio di ciò che intendevo; persone il cui problema più grande è abbinare il sottosella con le protezioni del cavallo.
Persone che non hanno nessun motivo per cui voler cambiare il mondo perché il mondo ha già offerto loro tutto quello che poteva. Senza riserve.

Creare il blog mi ha aiutata a inquadrare la mia "missione", la mia idea per cui combattere: conservare intatta, in questo mondo corrotto, la passione e il rispetto per il cavallo. Lottare per vedere un'equitazione più consapevole e meno superficiale.

Vorrei quindi tornare al motivo iniziale di questo articolo: nel post di "una nessuna centomila" si parlava del confronto tra Creatività e Guadagno che, io personalmente, cambierei in PASSIONE e Guadagno, per estenderlo anche al mondo equestre.
Bene. Dopo le precedenti riflessioni mi sento di dire di aver aperto il mio blog per trasmettere passione.

Tuttavia non è così in tutti i casi: come dice l'autrice di unanessunacentomila.com è lecito farsi queste domande: cosa spinge i blogger ad essere tali?
Questo perché, come accade nell'universo della fashion blogger, anche nel mondo del "blogging" ad argomento equestre si vedono pagine web stracolme di immagini pornografiche (lo sapete che la pubblicità è pornografia?) - ops- pubblicitarie. 

I post - perché non mi va proprio di chiamarli articoli - straripano di PUBBLICITA'. 
E non stiamo parlando di quei simpatici articoli in cui l'autore consiglia un oggetto o uno strumento da lui utilizzato: si tratta di quelle situazioni in cui il nome della marca - per esempio - dei pantaloni dell'amazzone ricorre come una specie di mantra infernale. 
Insomma: una volta finito di leggere non puoi far altro che recarti in selleria e acquistare quei pantaloni, altrimenti quell'orribile cantilena non abbandonerà mai il tuo cervello.
Link su link a siti di vendita online, qualsiasi parola potrebbe contenere un link a tradimento, fotografie in cui in cavallo non è altro che misero personaggio secondario e poco importa se l'amazzone tira sulle redini come un'ossessa staccando la dentiera del povero equino: il nome della giacchetta, l'etichetta della camicia e il marchio del cap saranno comunque sempre in primo piano.
Il cavallo è solo uno sfondo carino.

Cosa c'è dietro a tutto questo?
Beh, per come la vedo io, inizialmente si sarà trattata di passione, ma poi cosa è successo? C'è stata una qualche trasfigurazione, qualche mutamento malefico: gli articoli dedicati ai cavalli si diradano sempre più, rimanendo più come una specie di scusa, di giustificazione e compaiono autentiche reclam pubblicitarie.


E' successo che alla passione per l'equitazione si è sostituita la passione per il guadagno. La passione per i riflettori e per il suono dei soldi in saccoccia.


Meditate gente. Meditate.
Vi lascio con una frase della blogger autrice di unanessunacentomila.com (blog che per altro vi consiglio di leggere: nonostante non c'entri nulla con i cavalli ha ottimi spunti di riflessione e il nome del blog stesso è assolutamente una trovata geniale):

Al momento sul tema possono essere solo espresse opinioni e sicuramente non si può fare una generalizzazione su tutta l’ampiezza del fenomeno.

Ci sono ancora, infatti, ragazze, emergenti nel campo, che intraprendono la strada del fashion blogging motivate da una forte passione per la moda, dotate di estro creativo e il cui fine non è (ancora) il guadagno.



Concludo dicendo che ci auguriamo, anche noi del mondo equestre, proprio che sia così.

Grazie a Chiara Morlacchi.



Nessun commento:

Posta un commento