Questo articolo - o meglio, il suo argomento - mi è stato consigliato da una persona speciale e quindi ritengo giusto renderlo speciale.
Si sente tanto parlare di Fixdesign, HV Polo e altre marche ultra costose che però non fanno altro che rendere ancora più di élite questo mondo già molto costoso: andare a cavallo è diventata una questione di moda (alta moda direi, visti i prezzi!) e di stile nell'abbigliamento sia del cavallo che del cavaliere; a testimoniare ciò dilagano i blog gestiti dalle cosiddette fashion blogger equestri.
Tolto che anche a me piace acquistare un bel sottosella per la mia cavalla, ma la mia esperienza nella moda finisce lì: credo a questo punto che sia giusto parlare un po' del benefattore assoluto di tutto il mondo equestre. Ognuno di noi ha sicuramente - o ha avuto - un sottosella o un paio di pantaloni firmati da lui.
Sto parlando di Decathlon.
Considerando che avevo promesso di non parlare di abbigliamento equestre se non per validi motivi mi permetto di citare Decathlon sul mio blog perché ritengo che sia importante parlare di questa catena di negozi che, nel mondo equestre, si traduce con Fouganza.
Probabilmente molti di voi stanno inorridendo a sentire questa parola: F-O-U-G-A-N-Z-A. Avete presente? Quella che fa tutti i sottosella marroni e azzurri con la trapuntatura sottile, che vende le testiere con le imbottiture bianche e ha i pantaloni a 19 euro. Ecco.
La Decathlon ha avuto il grandissimo pregio di creare oggetti di buona qualità (i miei pantaloni hanno tutti una media di 3-4 anni e sono solo ed esclusivamente Decahtlon) a prezzi accessibili a tutti.
In un mondo di scintillante apparenza, fatta di cap brillantinati con pelle di pitone (bleah!), pantaloni con inserti in titanio tra un po', manco dovessimo salire in sella per recitare in Iron Man, testiere in pelle di ermellino (???) perché la pelle normale è poco chic e stivali laccati e brillantinati tanto da riflettere la luce del sole (magari i giudici non si accorgono che ho fatto barriera se riesco ad accecarli!) Decathlon ha permesso a tantissimi di noi di avvicinarci al mondo del cavallo.
Merita una lode per l'impegno e per l'impresa non semplice: fare breccia in un universo di conservatori e tradizionalisti che...senonvaidaMascheroniseiunpezzente.
E' ovvio che non tutti i prodotti siano di altissima qualità e magari alcuni necessitano di una manutenzione costante (parlo di testiere e altri prodotti in cuoio), ma è indubbio che se passiamo le nostre giornate nel fango e nella cacca (come purtroppo capita spesso) è piacevole sapere che i pantaloni che indossiamo non sono costati un'occhio della testa, che le ghette si possono lavare in lavatrice e che le stinchiere che il nostro cavallo sta amabilmente strappando con i denti non sono costate una parte sostanziosa del nostro stipendio.
Questo articolo vuole essere uno scherzoso omaggio a chi, bene o male, ha messo in sella tutti noi permettendo ai nostri genitori preoccupati dai costi di acquistarci subito tutto il necessario, non si tratta di una denigrazione nei confronti di marche più costose, ma è proprio questo che intendo dire: PER FORTUNA CHE SI PUO' SCEGLIERE!
E' bello concedersi qualche sfizio per sentirci alla moda se ci piace esserlo, ma senza Decathlon (tuttavia meriterebbero menzione altre marche low cost) probabilmente per una grande fetta del mondo equestre (perché tanti presunti cavalieri e amazzoni snobbano i principianti che montano con i cavalli della scuola, ma, ehi, siamo stati tutti principianti alle prese con un cavallino un po' vecchio e stufo marcio di trottare in un tondino) le opzioni sarebbero solo due: o aprire un mutuo per pantaloni e calzini ogni volta che cambiamo taglia o ne strappiamo un paio montando, oppure, semplicemente, continuare a guardare i cavalli solo in televisione.
F
sabato 31 agosto 2013
venerdì 30 agosto 2013
One of us: l'equitazione secondo Clara e Rashanti
Nome: Clara Palmieri
Età: 20 anni
Cibo preferito: Giapponese e cinese
Una strana abitudine: prima di andare a casa dal maneggio controllare più volte che i box dei cavalli siano chiusi!
Segno particolare: voglia di fianco all'orecchio sinistro
Patente: primo grado
giovedì 29 agosto 2013
L'alimentazione: tasto dolente. Parte uno.
Purtroppo si parla troppo poco di questa sconosciuta: l'alimentazione del cavallo.
Sinceramente: quanti ti noi, anche montando solo qualche cavallo da scuola o in mezza fida, si sono mai veramente preoccupati del piano alimentare degli equini in questione?
Girando vari maneggi si legge veramente di tutto e di più sulle piccole tabelle appese fuori dai box: 4 di mangime, 5 di fieno; oppure 1 di mangime 1/2 di fieno...insomma, ci si sbizzarrisce con la matematica!
Ma che relazione c'è esattamente tra questi numeri e quali sono le dosi realmente necessarie per i nostri amici cavalli?
Innanzitutto occorre fare una specificazione: i cavalli non mangiano come noi umani.
Oltre all'ovvio fatto che sono erbivori il loro apparato digerente è molto diverso dal nostro: innanzitutto è importante capire che i cavalli sono animali molto delicati sotto questo punto di vista.
Sembrerebbe il contrario visto che spesso sono molto golosi e tendono ad avventarsi su qualsiasi cosa sia commestibile (e non solo...), ma come è pericoloso avere il braccino corto lo è anche l'eccesso, anzi, forse eccedere nell'alimentazione dell'equino può essere ancora più pericoloso per lui di quanto non lo sia dargli meno da mangiare (cosa che comunque non è ovviamente né consigliata né approvata: se avete dubbi contattate il vostro veterinario e in caso rivolgetevi a un nutrizionista equino).
I pasti del nostro cavallo dovrebbero essere frazionati il più possibile in piccole dosi somministrate in razione frequenti. Perché? Beh capire questa piccola regola è piuttosto semplice: in natura il nostro cavallo passerebbe gran parte della sua giornata a mangiare, dedicando, in proporzione, poco tempo al sonno e ad altre attività (l'immagine del cavallo selvaggio che non fa altro che galoppare è infatti falsa: i cavalli si muovono e si spostano, sì, ma essenzialmente lo fanno mentre mangiano o per cercare del cibo o, ancora, per sfuggire a un eventuale pericolo). Questo gli permetterà di mangiare praticamente tutto il giorno senza però ingozzarsi in un unico pasto come invece spesso succede nei centri ippici che, per comodità e questioni di risparmio, tendono a ridurre il numero dei pasti.
Il cavallo essendo infatti una preda necessita di mangiare poco e spesso per essere sempre leggero e poter affrontare un momento di estremo sforzo fisico come una fuga precipitosa.
In secondo luogo il cavallo è estremamente sensibile ai cambi di alimentazione: quando ci spostiamo per andare in gara o per cambiare maneggio è buona norma portarci dietro il mangime e il fieno a cui il nostro cavallo è abituato o, comunque, cercare di mantenere il numero di pasti e l'orario degli stessi uguale alle abitudini.
Avremo infatti notato che i cavalli sono animali un po' pantofolai, molto legati alla routine che creiamo per loro e questo è naturalmente un aspetto molto importante anche per la loro alimentazione: spostare l'orario o cambiare la composizione dei pasti potrebbe portare il nostro amico a incorrere in una pericolosissima colica che nei cavalli può essere anche mortale.
Per questo è importante, se vogliamo cambiare alimentazione, di programmare un periodo di transizione di almeno 10-15 giorni.
Inoltre il cavallo è uno dei pochi animali a non vomitare, quindi quello che entra dalla bocca o esce una volta completato il processo dall'altra parte oppure semplicemente non esce e crea non pochi problemi al cavallo.
Lo stomaco infatti, che ha una portata di 15-18 litri non si riempie mai del tutto.
Visto che l'obesità è un problema sempre più frequente (nonché veicolo per altri problemi ben più gravi come la laminite) è importante saper pesare il nostro cavallo.
Un metodo comodo può essere il seguente:
Occorrente: metro da sarta, zona piana dove mettere il cavallo.
Con il metro misurate la circonferenza toracica passando nella regione delle cinghie e con un asta ed il metro rigido misurate l’altezza al garrese.
Le formule da applicare sono le seguenti:
(4.3*circonferenza toracica)+(3*altezza al garrese)-785 per le i cavalli da sella in lavoro.
(5.2*circ.tor.)+(2.6*alt.garr.)-855 per le fattrici
(4.5*circ.torr)-370 per i puledri in accrescimento sino hai 4 anni
Come alimentate il vostro cavallo? Quanti pasti gli somministrate al giorno?
La prossima volta continueremo esplorando l'universo dei mangimi.
Stay Tuned
F
Sinceramente: quanti ti noi, anche montando solo qualche cavallo da scuola o in mezza fida, si sono mai veramente preoccupati del piano alimentare degli equini in questione?
Girando vari maneggi si legge veramente di tutto e di più sulle piccole tabelle appese fuori dai box: 4 di mangime, 5 di fieno; oppure 1 di mangime 1/2 di fieno...insomma, ci si sbizzarrisce con la matematica!
Ma che relazione c'è esattamente tra questi numeri e quali sono le dosi realmente necessarie per i nostri amici cavalli?
Innanzitutto occorre fare una specificazione: i cavalli non mangiano come noi umani.
Oltre all'ovvio fatto che sono erbivori il loro apparato digerente è molto diverso dal nostro: innanzitutto è importante capire che i cavalli sono animali molto delicati sotto questo punto di vista.
Sembrerebbe il contrario visto che spesso sono molto golosi e tendono ad avventarsi su qualsiasi cosa sia commestibile (e non solo...), ma come è pericoloso avere il braccino corto lo è anche l'eccesso, anzi, forse eccedere nell'alimentazione dell'equino può essere ancora più pericoloso per lui di quanto non lo sia dargli meno da mangiare (cosa che comunque non è ovviamente né consigliata né approvata: se avete dubbi contattate il vostro veterinario e in caso rivolgetevi a un nutrizionista equino).
I pasti del nostro cavallo dovrebbero essere frazionati il più possibile in piccole dosi somministrate in razione frequenti. Perché? Beh capire questa piccola regola è piuttosto semplice: in natura il nostro cavallo passerebbe gran parte della sua giornata a mangiare, dedicando, in proporzione, poco tempo al sonno e ad altre attività (l'immagine del cavallo selvaggio che non fa altro che galoppare è infatti falsa: i cavalli si muovono e si spostano, sì, ma essenzialmente lo fanno mentre mangiano o per cercare del cibo o, ancora, per sfuggire a un eventuale pericolo). Questo gli permetterà di mangiare praticamente tutto il giorno senza però ingozzarsi in un unico pasto come invece spesso succede nei centri ippici che, per comodità e questioni di risparmio, tendono a ridurre il numero dei pasti.
Il cavallo essendo infatti una preda necessita di mangiare poco e spesso per essere sempre leggero e poter affrontare un momento di estremo sforzo fisico come una fuga precipitosa.
In secondo luogo il cavallo è estremamente sensibile ai cambi di alimentazione: quando ci spostiamo per andare in gara o per cambiare maneggio è buona norma portarci dietro il mangime e il fieno a cui il nostro cavallo è abituato o, comunque, cercare di mantenere il numero di pasti e l'orario degli stessi uguale alle abitudini.
Avremo infatti notato che i cavalli sono animali un po' pantofolai, molto legati alla routine che creiamo per loro e questo è naturalmente un aspetto molto importante anche per la loro alimentazione: spostare l'orario o cambiare la composizione dei pasti potrebbe portare il nostro amico a incorrere in una pericolosissima colica che nei cavalli può essere anche mortale.
Per questo è importante, se vogliamo cambiare alimentazione, di programmare un periodo di transizione di almeno 10-15 giorni.
Inoltre il cavallo è uno dei pochi animali a non vomitare, quindi quello che entra dalla bocca o esce una volta completato il processo dall'altra parte oppure semplicemente non esce e crea non pochi problemi al cavallo.
Lo stomaco infatti, che ha una portata di 15-18 litri non si riempie mai del tutto.
Visto che l'obesità è un problema sempre più frequente (nonché veicolo per altri problemi ben più gravi come la laminite) è importante saper pesare il nostro cavallo.
Un metodo comodo può essere il seguente:
Occorrente: metro da sarta, zona piana dove mettere il cavallo.
Con il metro misurate la circonferenza toracica passando nella regione delle cinghie e con un asta ed il metro rigido misurate l’altezza al garrese.
Le formule da applicare sono le seguenti:
(4.3*circonferenza toracica)+(3*altezza al garrese)-785 per le i cavalli da sella in lavoro.
(5.2*circ.tor.)+(2.6*alt.garr.)-855 per le fattrici
(4.5*circ.torr)-370 per i puledri in accrescimento sino hai 4 anni
Come alimentate il vostro cavallo? Quanti pasti gli somministrate al giorno?
La prossima volta continueremo esplorando l'universo dei mangimi.
Stay Tuned
F
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Book: Un'inattesa lezione d'amore - Susan Richards
Leggendo il romanzo di Susan Richards è inevitabile chiedersi quali lezioni i nostri cavalli siano in grado di impartirci, in modo del tutto inaspettato, ogni giorno.
La storia di una donna dalla vita travagliata e costellata di difficoltà e del suo incontro con una cavalla speciale: due anime traumatizzate che hanno, entrambe, ancora qualcosa da dire.
E' il meraviglioso racconto di Susan Richards che ripercorre gli ultimi mesi di vita di una cavalla salvata dai maltrattamenti di un allevatore negligente: la dimostrazione, messa nero su bianco, di quanto ancora gli animali abbiano da donarci: la genuina innocenza di Lay Me Down che dopo anni di sofferenze e soprusi ha ancora voglia di amare e di donare fiducia in maniera incondizionata ci regala l'emozione della speranza di poter, anche noi, continuare la nostra vita senza arrenderci agli orrori del nostro passato.
E' questo che Susan vedrà nella sua magra e malata cavalla, così spesso tradita dalla vita e così desiderosa di perdonare e di andare avanti.
L'esistenza difficile della scrittrice troverà il suo redentore e la sua salvezza nell'insegnamento di compassione portato da Lay Me Down, anima pura e gentile, in pace con il mondo anche davanti alla morte, nei suoi ultimi giorni.
Sulla copertina del libro si legge: "Come un cavallo maltrattato ha guarito un cuore ferito". Susan, ferita dagli uomini ritrova nella sincerità di una cavalla la capacità di superare la delusione nei confronti della vita.
La lettura di questo romanzo profondo, toccante ed emozionante mi ha portata a riflettere sul mio rapporto con la mia cavalla e credo che sia importante, per chi vive a stretto contatto con questi animali, prendersi del tempo per pensare anche a questo aspetto del nostro sport.
Susan non monterà mai Lay Me Down, ma nonostante ciò il rapporto di amore e fiducia che si crea tra le due sarà talmente forte da condizionare il corso della vita di Susan in maniera del tutto decisiva.
Osservando i cavalli possiamo spesso vedere animali feriti, spaventati dall'esperienza di vita a contatto con gli uomini; animali che cercano solo, anche nei momenti più bui, una motivazione per ricominciare a vivere nella fiducia.
Forse, per noi cavalieri del ventunesimo secolo, è importante non perdere di vista questo aspetto emotivo molto importante nei nostri compagni di gare, passeggiate e divertimenti: il cavallo può essere estremamente terapeutico per i dolori della nostra vita, ma è nostro dovere essere l'isola di salvezza in un mondo di crudeltà quotidiane per questi animali grandi e forti, ma dal cuore gentile.
Questo è l'insegnamento del romanzo di Susan Richards: un'inattesa lezione sull'amore animale e sulla sua autenticità, in netto contrasto con il nostro mondo di bugie e inganni.
Un libro altamente consigliato a tutti coloro che amano i cavalli, sia cavalieri che non.
Non si tratta di una guida a un metodo o di un manuale di equitazione: di tecnico troverete ben poco in queste pagine dense di commozione.
Adatto a chiunque voglia riscoprire un mondo di compassione e sentimento sincero.
Curiosità: il libro nasce da un'esperienza autobiografica dell'autrice che, in esso, vede la realizzazione del suo sogno di diventare scrittrice di emozioni.
Voto: 9
La storia di una donna dalla vita travagliata e costellata di difficoltà e del suo incontro con una cavalla speciale: due anime traumatizzate che hanno, entrambe, ancora qualcosa da dire.
E' il meraviglioso racconto di Susan Richards che ripercorre gli ultimi mesi di vita di una cavalla salvata dai maltrattamenti di un allevatore negligente: la dimostrazione, messa nero su bianco, di quanto ancora gli animali abbiano da donarci: la genuina innocenza di Lay Me Down che dopo anni di sofferenze e soprusi ha ancora voglia di amare e di donare fiducia in maniera incondizionata ci regala l'emozione della speranza di poter, anche noi, continuare la nostra vita senza arrenderci agli orrori del nostro passato.
E' questo che Susan vedrà nella sua magra e malata cavalla, così spesso tradita dalla vita e così desiderosa di perdonare e di andare avanti.
L'esistenza difficile della scrittrice troverà il suo redentore e la sua salvezza nell'insegnamento di compassione portato da Lay Me Down, anima pura e gentile, in pace con il mondo anche davanti alla morte, nei suoi ultimi giorni.
Sulla copertina del libro si legge: "Come un cavallo maltrattato ha guarito un cuore ferito". Susan, ferita dagli uomini ritrova nella sincerità di una cavalla la capacità di superare la delusione nei confronti della vita.
La lettura di questo romanzo profondo, toccante ed emozionante mi ha portata a riflettere sul mio rapporto con la mia cavalla e credo che sia importante, per chi vive a stretto contatto con questi animali, prendersi del tempo per pensare anche a questo aspetto del nostro sport.
Susan non monterà mai Lay Me Down, ma nonostante ciò il rapporto di amore e fiducia che si crea tra le due sarà talmente forte da condizionare il corso della vita di Susan in maniera del tutto decisiva.
Osservando i cavalli possiamo spesso vedere animali feriti, spaventati dall'esperienza di vita a contatto con gli uomini; animali che cercano solo, anche nei momenti più bui, una motivazione per ricominciare a vivere nella fiducia.
Forse, per noi cavalieri del ventunesimo secolo, è importante non perdere di vista questo aspetto emotivo molto importante nei nostri compagni di gare, passeggiate e divertimenti: il cavallo può essere estremamente terapeutico per i dolori della nostra vita, ma è nostro dovere essere l'isola di salvezza in un mondo di crudeltà quotidiane per questi animali grandi e forti, ma dal cuore gentile.
Questo è l'insegnamento del romanzo di Susan Richards: un'inattesa lezione sull'amore animale e sulla sua autenticità, in netto contrasto con il nostro mondo di bugie e inganni.
Un libro altamente consigliato a tutti coloro che amano i cavalli, sia cavalieri che non.
Non si tratta di una guida a un metodo o di un manuale di equitazione: di tecnico troverete ben poco in queste pagine dense di commozione.
Adatto a chiunque voglia riscoprire un mondo di compassione e sentimento sincero.
Curiosità: il libro nasce da un'esperienza autobiografica dell'autrice che, in esso, vede la realizzazione del suo sogno di diventare scrittrice di emozioni.
Voto: 9
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martedì 27 agosto 2013
Jump again: di nuovo sul salto con la Bitless Bridle
Eccomi tornata dopo una piccola pausa dal blog causa lavoro!
Oggi volevo parlare di nuovo della Bitless Bridle (tra parentesi: il primo post ha avuto un gran successo nelle visualizzazioni!).
Mi è capitato di provare a saltare con la mia cavalla di recente, anche se ovviamente si trattava solo di un esperimento dato che Fabrizia è una cavalla di linea da dressage che, come come ho appurato, DETESTA saltare.
Ho provato quindi a far saltare la mia cavalla per, forse, la prima o seconda volta nella sua vita, utilizzando la Bitless Bridle (ho comunque abbandonato l'uso dell'imboccatura da ormai due mesi quasi).
Come promesso però, è meglio fare un resoconto delle nostre attività in Bitless in questi due mesi.
Essenzialmente l'atteggiamento psicologico della cavalla è estremamente migliorato e nel giro di qualche settimana ho ottenuto una cavalla molto più serena, collaborativa e persino affettuosa.
Tutto merito della Bitless? Forse no, ma sarebbe un'interessante coincidenza.
Piano piano abbiamo acquisito la sicurezza e la fiducia che ci sta facendo diventare un binomio unito e forte.
Da quando ho iniziato a usare la BB (abbreviazione ovviamente di Bitless Bridle) ho potuto montare persino senza redini e bareback (sia con che senza la testiera) proprio per il comportamento più fiducioso e tranquillo di Fabrizia.
L'unico aspetto negativo è stato senz'altro la perdita di precisione negli esercizi più tecnici che abbiamo, attualmente, accantonato per lavorare maggiormente sul nostro rapporto e sulla serenità durante il lavoro in campo.
Questo percorso ci ha portate al nostro esperimento di salto (che esperimento rimarrà visto che è circa da un anno e qualche mese che non vedo più un salto e la Fabri non sembra particolarmente interessata a questa disciplina) che è da 10+ viste le premesse.
Tralasciando l'aspetto tecnico piuttosto scadente visto che il mio assetto sul salto sembra essere caduto un po' nel dimenticatoio e la sella da dressage (nota bene: dedicherò un post alla mia favolosa sella sintetica! Stay Tuned!) non aiuta...ho ottenuto ciò che volevo!
Una cavalla tranquilla, ma in avanti, rilassata e pronta a saltare, anche se a volte persino un po' distratta, MA mai preoccupata dalla sfida.
Vi lascio con qualche nostra foto!
Tra le nostre piccole vittorie anche le prime docce con la cavalla legata in lavatoio: sembrano cose da poco, ma non lo sono e sicuramente sono state condizionate dal nostro nuovo modo di comunicare in sella: senza dolore e con una gran voglia di comprenderci a vicenda.
Vi lascio con questa frase che è il simbolo dei nostri ultimi mesi:
With ordinary talent and extraordinary perseverance, all things are attainable.
~ Thomas Foxwell Buxton
Oggi volevo parlare di nuovo della Bitless Bridle (tra parentesi: il primo post ha avuto un gran successo nelle visualizzazioni!).
Mi è capitato di provare a saltare con la mia cavalla di recente, anche se ovviamente si trattava solo di un esperimento dato che Fabrizia è una cavalla di linea da dressage che, come come ho appurato, DETESTA saltare.
Ho provato quindi a far saltare la mia cavalla per, forse, la prima o seconda volta nella sua vita, utilizzando la Bitless Bridle (ho comunque abbandonato l'uso dell'imboccatura da ormai due mesi quasi).
Come promesso però, è meglio fare un resoconto delle nostre attività in Bitless in questi due mesi.
Essenzialmente l'atteggiamento psicologico della cavalla è estremamente migliorato e nel giro di qualche settimana ho ottenuto una cavalla molto più serena, collaborativa e persino affettuosa.
Tutto merito della Bitless? Forse no, ma sarebbe un'interessante coincidenza.
Piano piano abbiamo acquisito la sicurezza e la fiducia che ci sta facendo diventare un binomio unito e forte.
Da quando ho iniziato a usare la BB (abbreviazione ovviamente di Bitless Bridle) ho potuto montare persino senza redini e bareback (sia con che senza la testiera) proprio per il comportamento più fiducioso e tranquillo di Fabrizia.
L'unico aspetto negativo è stato senz'altro la perdita di precisione negli esercizi più tecnici che abbiamo, attualmente, accantonato per lavorare maggiormente sul nostro rapporto e sulla serenità durante il lavoro in campo.
Questo percorso ci ha portate al nostro esperimento di salto (che esperimento rimarrà visto che è circa da un anno e qualche mese che non vedo più un salto e la Fabri non sembra particolarmente interessata a questa disciplina) che è da 10+ viste le premesse.
Tralasciando l'aspetto tecnico piuttosto scadente visto che il mio assetto sul salto sembra essere caduto un po' nel dimenticatoio e la sella da dressage (nota bene: dedicherò un post alla mia favolosa sella sintetica! Stay Tuned!) non aiuta...ho ottenuto ciò che volevo!
Una cavalla tranquilla, ma in avanti, rilassata e pronta a saltare, anche se a volte persino un po' distratta, MA mai preoccupata dalla sfida.
Vi lascio con qualche nostra foto!
Tra le nostre piccole vittorie anche le prime docce con la cavalla legata in lavatoio: sembrano cose da poco, ma non lo sono e sicuramente sono state condizionate dal nostro nuovo modo di comunicare in sella: senza dolore e con una gran voglia di comprenderci a vicenda.
Vi lascio con questa frase che è il simbolo dei nostri ultimi mesi:
~ Thomas Foxwell Buxton
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venerdì 23 agosto 2013
Sara Morganti: medaglia di bronzo agli Europei di Herning, medaglia d'oro nella vita
Sara Morganti forse non è un nome conosciuto come Rodrigo Pessoa o come la nostra Valentina Truppa (rispettivamente atleti nel salto ostacoli e nel dressage a livello mondiale), ma nella fitta schiera di vincitori nel mondo del cavallo si fa spazio anche lei.
Dopo numerose partecipazioni a livello nazionale, internazionale e - infine - olimpico (Sara Morganti arriva a un passo dal podio olimpico a Londra nel 2012) l'azzurra si classifica al terzo posto in sella alla sua Royal Delight ai campionati europei di paradressage che si sono svolti in questi giorni in Danimarca parallelamente alle competizioni di salto ostacoli e dressage.
Una carriera costellata di successi quindi. Ma la vita di Sara appare molto diversa dalla sua vittoriosa carriera.
Affetta da sclerosi multipla dall'età di 19 anni e con un futuro di sogni infranti Sara è stata in grado di aggrapparsi nuovamente alla vita proprio grazie alla magia dei cavalli e dell'equitazione: ex saltatrice dopo essersi ammalata ha iniziato a dedicarsi esclusivamente alla disciplina del dressage (in questo caso "para dressage") collezionando, uno dopo l'altro, i successi già citati.
La dolcezza e la forza dei cavalli hanno donato a Sara la voglia di farcela e di mettersi in gioco ancora, convincendola che la corsa non era affatto finita, anzi, che il meglio doveva ancora venire: e così è stato.
La sua carriera sportiva, nonostante sia contornata dal dolore di una malattia feroce e difficile da domare, è sfavillante e si arricchisce oggi del fantastico successo europeo a Herning nella categoria riservata al Grado 1A.
Sara, sul suo sito, dedica una pagina alla sua neo campionessa europea raccontando la storia dell'incontro e del lavoro con Royal Delight. Scrive:
Era una puledra di 5 anni appena domata e me ne avevano parlato come di una cavalla speciale che poteva forse essere adatta a me.
Non volevo neanche andare a vederla, perché non era esattamente il momento giusto di prendermi carico di un altro cavallo (visto che ne avevo già due al prato da mantenere).
Purtroppo e per fortuna mi sono lasciata convincere ad andare in Germania "almeno" a vederla e sono rimasta "fregata": era Lei, era quella giusta.
Sapevo che era appena stata domata, ma non avevo in realtà del tutto capito quanto fosse acerba! Non riusciva a mantenere il galoppo neanche alla corda, figuriamoci da sella.
D'altra parte per un cavallo con le qualità che ha lei già ben addestrato, non avrei mai trovato le risorse economiche.
Ho deciso di rischiare, di fare una scommessa, di provare a mettere io il lavoro e vedere quello che succedeva.
La cavalla ha iniziato a lavorare seriamente solo alla fine del 2010, ovvero quando stava per entrare nei sei anni!!!
Il lavoro ha dato risultati altalenanti a causa di improvvisi e frequenti cali di forma dovuti ai suoi problemi gastrici e a qualche piccolo incidente, ma ora posso veramente dire di iniziare a coglierne i frutti!!!!!
Dopo numerose partecipazioni a livello nazionale, internazionale e - infine - olimpico (Sara Morganti arriva a un passo dal podio olimpico a Londra nel 2012) l'azzurra si classifica al terzo posto in sella alla sua Royal Delight ai campionati europei di paradressage che si sono svolti in questi giorni in Danimarca parallelamente alle competizioni di salto ostacoli e dressage.
Una carriera costellata di successi quindi. Ma la vita di Sara appare molto diversa dalla sua vittoriosa carriera.
Affetta da sclerosi multipla dall'età di 19 anni e con un futuro di sogni infranti Sara è stata in grado di aggrapparsi nuovamente alla vita proprio grazie alla magia dei cavalli e dell'equitazione: ex saltatrice dopo essersi ammalata ha iniziato a dedicarsi esclusivamente alla disciplina del dressage (in questo caso "para dressage") collezionando, uno dopo l'altro, i successi già citati.
La dolcezza e la forza dei cavalli hanno donato a Sara la voglia di farcela e di mettersi in gioco ancora, convincendola che la corsa non era affatto finita, anzi, che il meglio doveva ancora venire: e così è stato.
La sua carriera sportiva, nonostante sia contornata dal dolore di una malattia feroce e difficile da domare, è sfavillante e si arricchisce oggi del fantastico successo europeo a Herning nella categoria riservata al Grado 1A.
Sara, sul suo sito, dedica una pagina alla sua neo campionessa europea raccontando la storia dell'incontro e del lavoro con Royal Delight. Scrive:
Era una puledra di 5 anni appena domata e me ne avevano parlato come di una cavalla speciale che poteva forse essere adatta a me.
Non volevo neanche andare a vederla, perché non era esattamente il momento giusto di prendermi carico di un altro cavallo (visto che ne avevo già due al prato da mantenere).
Purtroppo e per fortuna mi sono lasciata convincere ad andare in Germania "almeno" a vederla e sono rimasta "fregata": era Lei, era quella giusta.
Sapevo che era appena stata domata, ma non avevo in realtà del tutto capito quanto fosse acerba! Non riusciva a mantenere il galoppo neanche alla corda, figuriamoci da sella.
D'altra parte per un cavallo con le qualità che ha lei già ben addestrato, non avrei mai trovato le risorse economiche.
Ho deciso di rischiare, di fare una scommessa, di provare a mettere io il lavoro e vedere quello che succedeva.
La cavalla ha iniziato a lavorare seriamente solo alla fine del 2010, ovvero quando stava per entrare nei sei anni!!!
Il lavoro ha dato risultati altalenanti a causa di improvvisi e frequenti cali di forma dovuti ai suoi problemi gastrici e a qualche piccolo incidente, ma ora posso veramente dire di iniziare a coglierne i frutti!!!!!
Una frase in particolare mi ha colpita: Ho deciso di rischiare, di fare una scommessa, di provare a mettere io il lavoro e vedere quello che succedeva.
Questo è lo spirito dell'equitazione, questa è la passione che serve nella vita per avere la marcia in più che ha avuto Sara. La voglia di scommettere fino in fondo su di noi, sui nostri cavalli, anche al di là dei limiti immaginati.
E' proprio il caso di dire che Sara ha sicuramente conquistato molte medaglie, ultima ma non per importanza quella di questi Europei, ma si è meritata l'oro nella vita: per la grinta, per la passione e per il coraggio!
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LetteraLei - Le donne e i cavalli si incontrano
Scrivo un breve post per annunciarvi una piccola novità!
Come potrete notare, sul lato destro della home page è comparso un nuovo link: il collegamento diretto alla homepage di LetteraLei.
Cos'è LetteraLei?
Beh, innanzitutto mi sembra ovvio che con i cavalli - per ora - non c'entra molto. Perché quindi appare sull'homepage di un blog a tema equestre?
In realtà LetteraLei ha molto a che fare con ciò di cui parliamo qui, sulla nostra pagina: si tratta di un sito di curiosità e di news legate al mondo femminile.
Quanti di noi, riders e amanti dei cavalli, sono donne o ragazze?
C'è poco da fare, negli ultimi anni il mondo del cavallo è stato letteralmente preso d'assedio da noi femmine!
Lo conoscete il libro "Passione di Donne"? Forse alcune delle frasi pregnanti di questo libro vi aiuteranno a capire cosa voglia dire questo nuovo link:
“Esiste una affinità elettiva tra donne e cavalli? Le donne, come i cavalli, sono state storicamente vittime di una errata percezione della superiorità del maschio della nostra specie a tutto il resto del creato (donne, animali, natura, Dio) e sono state vittime di una educazione basata sulla “cattiva educazione”.
“La donna-cavallo è un tutt’uno di istinto primordiale e di ragione. Sa trasmettere il suo lato selvaggio, ma con l’eleganza di chi è consapevole di doversi trattenere. Si concede e si trattiene. Vuole rimanere libera ma amare”.
“... il cavallo diventa un simbolo straordinario del desiderio di libertà, anche sessuale, della donna in divenire...”.
“Il cavallo può essere fonte d'ispirazione e può insegnare a vivere con più coraggio,
passione, libertà ...purché lo si ripaghi con la stessa moneta”.
In quanti (quante) ci ritroviamo in almeno di una di queste frasi?
Perché se il cavallo ha un rapporto forse privilegiato con le donne ed entra nel mondo letterario e mitico che circonda i personaggi femminili (si può portare l'esempio delle Amazzoni) la sua figura forte, selvaggia e primordiale è in contatto con la parte più segreta e istintiva di ognuno di noi, indipendentemente dal sesso.
Con noi donne questo legame è però veramente molto forte, quasi naturale: qual è, dopotutto, il motivo per cui in così tante ci definiamo "appassionate" di equitazione e dei cavalli?
L'immagine del cavallo e della sua forza indomabile è molto forte per il genere femminile che, per molti secoli, è stato relegato alle posizioni sociali più infime e sottomesse: poter galoppare, saltare e - quasi - volare in compagnia di un'essere così potente, ma allo stesso tempo, così fragile è il simbolo di un riscatto tutto femminile; non sono d'accordo anche i maschietti nel vedere in noi donne delle figure forti ed estremamente fragili insieme?
Cosa può renderci più libere dell'emozionante collaborazione con una creatura come il cavallo?
A testimoniare il rapporto speciale tra le donne e i cavalli c'è il grande numero di atleti in rosa nelle varie discipline del nostro sport!
Ecco da cosa nasce questa piccola "aggiunta" al nostro spazio web: non a caso sul sito LetteraLei compare una sezione tutta dedicata agli animali che presto si arricchirà di un articolo tutto dedicato ai nostri amici cavalli!
Mi scuso con i miei lettori maschili per questo post riservato (ma non troppo) al mondo femminile e mi scuso ancora per non aver parlato di qualche attrezzatura specifica o di qualche esperienza tecnica: "...Oltre l'ostacolo" c'è anche questo. L'emozione del vivere con i cavalli, la passione e la sensazione di libertà e di forza che questi animali sono in grado di donarci con estrema generosità meritano di essere condivise con il resto del mondo "non equitante": il viaggio "alla ricerca di sé" in compagnia del cavallo è un linguaggio universale che va al di là di imboccature, sottosella firmati o metodi innovativi.
Per chiunque desiderasse reperire il libro citato in questo articolo queste sono le informazioni necessarie:
Titolo: Passione di donne, Alla ricerca di sé in compagnia del cavallo
Autore: Ravello Roberta
Editore: Equitare
Data pubb: 2009
Pagine: 128
Sul sito della casa editrice "Equitare" in merito a questo libro si può leggere quanto segue:
Passione di Donne nasce da un'esperienza personale dell'Autrice e si estende a quella di altre narratrici, nell'intento di offrire una panoramica di quello che è, oggi, il rapporto tra le donne e i cavalli. I dati parlano chiaro: fra tutti coloro che praticano l'equitazione, la maggioranza sono donne. Ma sono donne anche le proprietarie di cavalli, le professioniste dell'ippoterapia, le protettrici di cavalli maltrattati... Donne che, preferendo approcci e metodi rispettosi della dignità del cavallo, riescono a costruire con lui un rapporto basato sulla reciproca collaborazione anziché sul dominio. La donna ama il cavallo perché rappresenta per lei qualcosa che manca nella propria vita o che desidera: libertà, eros, forza, bellezza. Andare a cavallo, o avere a che fare con i cavalli, può dunque essere un modo per conoscere meglio se stesse e per completarsi, seguendo un percorso impegnativo, talora terapeutico, ma sempre portatore di forza e di vitalità.
F.
Come potrete notare, sul lato destro della home page è comparso un nuovo link: il collegamento diretto alla homepage di LetteraLei.
Cos'è LetteraLei?
Beh, innanzitutto mi sembra ovvio che con i cavalli - per ora - non c'entra molto. Perché quindi appare sull'homepage di un blog a tema equestre?
In realtà LetteraLei ha molto a che fare con ciò di cui parliamo qui, sulla nostra pagina: si tratta di un sito di curiosità e di news legate al mondo femminile.
Quanti di noi, riders e amanti dei cavalli, sono donne o ragazze?
C'è poco da fare, negli ultimi anni il mondo del cavallo è stato letteralmente preso d'assedio da noi femmine!
Lo conoscete il libro "Passione di Donne"? Forse alcune delle frasi pregnanti di questo libro vi aiuteranno a capire cosa voglia dire questo nuovo link:
“Esiste una affinità elettiva tra donne e cavalli? Le donne, come i cavalli, sono state storicamente vittime di una errata percezione della superiorità del maschio della nostra specie a tutto il resto del creato (donne, animali, natura, Dio) e sono state vittime di una educazione basata sulla “cattiva educazione”.
“La donna-cavallo è un tutt’uno di istinto primordiale e di ragione. Sa trasmettere il suo lato selvaggio, ma con l’eleganza di chi è consapevole di doversi trattenere. Si concede e si trattiene. Vuole rimanere libera ma amare”.
“... il cavallo diventa un simbolo straordinario del desiderio di libertà, anche sessuale, della donna in divenire...”.
“Il cavallo può essere fonte d'ispirazione e può insegnare a vivere con più coraggio,
passione, libertà ...purché lo si ripaghi con la stessa moneta”.
In quanti (quante) ci ritroviamo in almeno di una di queste frasi?
Perché se il cavallo ha un rapporto forse privilegiato con le donne ed entra nel mondo letterario e mitico che circonda i personaggi femminili (si può portare l'esempio delle Amazzoni) la sua figura forte, selvaggia e primordiale è in contatto con la parte più segreta e istintiva di ognuno di noi, indipendentemente dal sesso.
Susanna Bordone - Atleta internazionale nel Completo |
Con noi donne questo legame è però veramente molto forte, quasi naturale: qual è, dopotutto, il motivo per cui in così tante ci definiamo "appassionate" di equitazione e dei cavalli?
L'immagine del cavallo e della sua forza indomabile è molto forte per il genere femminile che, per molti secoli, è stato relegato alle posizioni sociali più infime e sottomesse: poter galoppare, saltare e - quasi - volare in compagnia di un'essere così potente, ma allo stesso tempo, così fragile è il simbolo di un riscatto tutto femminile; non sono d'accordo anche i maschietti nel vedere in noi donne delle figure forti ed estremamente fragili insieme?
Cosa può renderci più libere dell'emozionante collaborazione con una creatura come il cavallo?
Valentina Truppa - Atleta in Dressage a livello Mondiale |
A testimoniare il rapporto speciale tra le donne e i cavalli c'è il grande numero di atleti in rosa nelle varie discipline del nostro sport!
Ecco da cosa nasce questa piccola "aggiunta" al nostro spazio web: non a caso sul sito LetteraLei compare una sezione tutta dedicata agli animali che presto si arricchirà di un articolo tutto dedicato ai nostri amici cavalli!
Mi scuso con i miei lettori maschili per questo post riservato (ma non troppo) al mondo femminile e mi scuso ancora per non aver parlato di qualche attrezzatura specifica o di qualche esperienza tecnica: "...Oltre l'ostacolo" c'è anche questo. L'emozione del vivere con i cavalli, la passione e la sensazione di libertà e di forza che questi animali sono in grado di donarci con estrema generosità meritano di essere condivise con il resto del mondo "non equitante": il viaggio "alla ricerca di sé" in compagnia del cavallo è un linguaggio universale che va al di là di imboccature, sottosella firmati o metodi innovativi.
Per chiunque desiderasse reperire il libro citato in questo articolo queste sono le informazioni necessarie:
Titolo: Passione di donne, Alla ricerca di sé in compagnia del cavallo
Autore: Ravello Roberta
Editore: Equitare
Data pubb: 2009
Pagine: 128
Sul sito della casa editrice "Equitare" in merito a questo libro si può leggere quanto segue:
Passione di Donne nasce da un'esperienza personale dell'Autrice e si estende a quella di altre narratrici, nell'intento di offrire una panoramica di quello che è, oggi, il rapporto tra le donne e i cavalli. I dati parlano chiaro: fra tutti coloro che praticano l'equitazione, la maggioranza sono donne. Ma sono donne anche le proprietarie di cavalli, le professioniste dell'ippoterapia, le protettrici di cavalli maltrattati... Donne che, preferendo approcci e metodi rispettosi della dignità del cavallo, riescono a costruire con lui un rapporto basato sulla reciproca collaborazione anziché sul dominio. La donna ama il cavallo perché rappresenta per lei qualcosa che manca nella propria vita o che desidera: libertà, eros, forza, bellezza. Andare a cavallo, o avere a che fare con i cavalli, può dunque essere un modo per conoscere meglio se stesse e per completarsi, seguendo un percorso impegnativo, talora terapeutico, ma sempre portatore di forza e di vitalità.
F.
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martedì 20 agosto 2013
Book: L'uomo che ascolta i cavalli - Monty Roberts
Monty Roberts...su la mano chi lo conosce!
Forse in Italia non è tanto famoso come in America e soprattutto in California, dove vive con la sua famiglia nella spettacolare Flag Is Up Farms, il suo personale centro per l'addestramento e la doma (anche se a lui questa parola non piace, preferisce parlare di "ammansire" i cavalli, piuttosto che di "domarli") di cavalli.
Ma chi è veramente Monty Roberts? Da dove nasce questa sua immensa passione che nel corso della sua vita l'ha reso interessante persino per gli occhi esigenti della regina d'Inghilterra?
Questo e molto altro nel suo libro "L'uomo che ascolta i cavalli": un romanzo di piacevolissima lettura, un'autobiografia commuovente e emozionante e, per ultimo ma non per importanza, una preziosissima riserva di consigli e indicazioni sul linguaggio dei nostri amici cavalli; linguaggio che Monty stesso definisce con l'affascinante termine di "Equus".
Monty cresce tra i cavalli e, soprattutto, tra la gente che, con la presunzione di poterli domare e controllare, dice di capirne tutti i segreti.
Il piccolo Monty, che fin da bambino vive a contatto con queste splendide creature, ma, soprattutto, con i metodi convenzionali e brutali del padre Marvin, non è però per niente d'accordo con tutto questo.
Attraverso un lungo percorso fatto di dolore, sacrificio, ma tante vittorie e soddisfazioni Monty ci racconta, permettendoci di rivivere gli avvenimenti con i suoi occhi, il suo viaggio nel mondo dei cavalli, alla ricerca del loro linguaggio segreto, ispirato dal rapporto speciale con il suo cavallo Brownie.
Brownie, fidato Quarter Horse di Monty, amico e compagno di avventure e gare, sarà forse la spinta più forte, insieme ad altre vicende di natura personale legate alla figura contraddittoria del padre, per Monty per intraprendere questa ricerca che comincia tra le famiglie di mustang selvaggi del Nevada; il Quarter Horse, domanto dal padre e per sempre traumatizzato dal terribile metodo dell'insaccamento, sarà proprio il motivo per cui Monty, sentendosi in debito verso il cavallo, inizierà a studiare le "chiacchiere equine".
Questo libro racconta la storia di una vita dedicata ai cavalli e alla trasmissione di un metodo alternativo, non violento e basato su una gentile richiesta di collaborazione e che spinge il cavallo a mostrarsi per quello che è: un animale generoso e dall'animo buono.
La missione di Monty Roberts, un uomo che per molti versi si può definire "fatto da sé" e un rivoluzionario, pioniere nel suo tempo (e anche nel nostro...) continua tutt'oggi nella sua favolosa struttura in California: luogo simbolo della realizzazione di una vita di sogni, speranze e sacrifici, all'insegna della ricerca di un mondo migliore per noi, ma soprattutto per i cavalli.
Il libro è dotato di un'interessantissima appendice nella quale l'autore spiega passo passo il processo che definisce "associazione" (in inglese join up.) e che è alla base del suo metodo nell'ammansire i cavalli.
Titolo originale: The man who listens to horses
Autore: Monty Roberts
Prima edizione: 1996
Curiosità: il libro prende vita da un suggerimento della regina Elisabetta II
grande ammiratrice di Monty e del suo lavoro.
Libro altamente consigliato sia per la qualità della scrittura che per la chiarezza e l'intensità dei contenuti.
Unico neo: difficilmente reperibile in Italia, come anche tutte le altre opere di questo autore. Non adatto a chi cerca SOLO un manuale del metodo, ma comunque non manca di informazioni e indicazioni tecniche: molto interessante per chi desidera leggere un libro emozionante e, per molti versi, illuminante.
Voto: 8.5
Per chiunque desiderasse approfondire o reperire gli altri libri di Monty Roberts questo è il suo sito.
Forse in Italia non è tanto famoso come in America e soprattutto in California, dove vive con la sua famiglia nella spettacolare Flag Is Up Farms, il suo personale centro per l'addestramento e la doma (anche se a lui questa parola non piace, preferisce parlare di "ammansire" i cavalli, piuttosto che di "domarli") di cavalli.
Ma chi è veramente Monty Roberts? Da dove nasce questa sua immensa passione che nel corso della sua vita l'ha reso interessante persino per gli occhi esigenti della regina d'Inghilterra?
Questo e molto altro nel suo libro "L'uomo che ascolta i cavalli": un romanzo di piacevolissima lettura, un'autobiografia commuovente e emozionante e, per ultimo ma non per importanza, una preziosissima riserva di consigli e indicazioni sul linguaggio dei nostri amici cavalli; linguaggio che Monty stesso definisce con l'affascinante termine di "Equus".
Monty cresce tra i cavalli e, soprattutto, tra la gente che, con la presunzione di poterli domare e controllare, dice di capirne tutti i segreti.
Il piccolo Monty, che fin da bambino vive a contatto con queste splendide creature, ma, soprattutto, con i metodi convenzionali e brutali del padre Marvin, non è però per niente d'accordo con tutto questo.
Attraverso un lungo percorso fatto di dolore, sacrificio, ma tante vittorie e soddisfazioni Monty ci racconta, permettendoci di rivivere gli avvenimenti con i suoi occhi, il suo viaggio nel mondo dei cavalli, alla ricerca del loro linguaggio segreto, ispirato dal rapporto speciale con il suo cavallo Brownie.
Brownie, fidato Quarter Horse di Monty, amico e compagno di avventure e gare, sarà forse la spinta più forte, insieme ad altre vicende di natura personale legate alla figura contraddittoria del padre, per Monty per intraprendere questa ricerca che comincia tra le famiglie di mustang selvaggi del Nevada; il Quarter Horse, domanto dal padre e per sempre traumatizzato dal terribile metodo dell'insaccamento, sarà proprio il motivo per cui Monty, sentendosi in debito verso il cavallo, inizierà a studiare le "chiacchiere equine".
Questo libro racconta la storia di una vita dedicata ai cavalli e alla trasmissione di un metodo alternativo, non violento e basato su una gentile richiesta di collaborazione e che spinge il cavallo a mostrarsi per quello che è: un animale generoso e dall'animo buono.
La missione di Monty Roberts, un uomo che per molti versi si può definire "fatto da sé" e un rivoluzionario, pioniere nel suo tempo (e anche nel nostro...) continua tutt'oggi nella sua favolosa struttura in California: luogo simbolo della realizzazione di una vita di sogni, speranze e sacrifici, all'insegna della ricerca di un mondo migliore per noi, ma soprattutto per i cavalli.
Il libro è dotato di un'interessantissima appendice nella quale l'autore spiega passo passo il processo che definisce "associazione" (in inglese join up.) e che è alla base del suo metodo nell'ammansire i cavalli.
Autore: Monty Roberts
Prima edizione: 1996
Curiosità: il libro prende vita da un suggerimento della regina Elisabetta II
grande ammiratrice di Monty e del suo lavoro.
Libro altamente consigliato sia per la qualità della scrittura che per la chiarezza e l'intensità dei contenuti.
Unico neo: difficilmente reperibile in Italia, come anche tutte le altre opere di questo autore. Non adatto a chi cerca SOLO un manuale del metodo, ma comunque non manca di informazioni e indicazioni tecniche: molto interessante per chi desidera leggere un libro emozionante e, per molti versi, illuminante.
Voto: 8.5
Per chiunque desiderasse approfondire o reperire gli altri libri di Monty Roberts questo è il suo sito.
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sabato 17 agosto 2013
One of us: L'equitazione secondo Lady Leos JJ & Roberta
Lady Leos JJ & Roberta
Nome: Roberta Giovinazzo
Età: 20 anni
Cibo preferito: domanda difficile...
dico le prime cose che mi viene in mente:
pasta all'uovo (tipo tagliatelle), pizza, patatine fritte.
Nome: Lady Leos JJ,
ma per tutti semplicemente LadyEtà: 17 anni
Razza: Quarter Horse
Cibo preferito: qualunque cosa sia commestibile
e abbia un buon sapore,
ma con una predilezione per pane secco,
biscotti e frutta. Oh, e anche il succo di frutta.
Una strana abitudine: l'odio della pioggia
(tanto da correre al trotto verso il box appena cadono due gocce)
o la capacità di mangiare erba nei prati anche se al galoppo,
non so come faccia, ma non si sbilancia neanche di un millimetro e ce la fa!
ma per tutti semplicemente LadyEtà: 17 anni
Razza: Quarter Horse
Cibo preferito: qualunque cosa sia commestibile
e abbia un buon sapore,
ma con una predilezione per pane secco,
biscotti e frutta. Oh, e anche il succo di frutta.
Una strana abitudine: l'odio della pioggia
(tanto da correre al trotto verso il box appena cadono due gocce)
o la capacità di mangiare erba nei prati anche se al galoppo,
non so come faccia, ma non si sbilancia neanche di un millimetro e ce la fa!
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venerdì 16 agosto 2013
Sagra di San Fermo 2013
Con qualche giorno di ritardo vi dico che...il 13 agosto io e Fabrizia abbiamo partecipato alla 404° edizione della Sagra di San Fermo!
Dal blog della sagra:
Nel comune di Albiate, nel cuore della Brianza, da oltre 400 anni si tiene la Sagra di San Fermo. Patrocinata dalla Regione e dalla provincia, grazie all'impegno del Comune e dell'Associazione "Amici di San Fermo", è la Sagra piú antica della Brianza, che ancora oggi anima l'estate degli albiatesi e di tutti i brianzoli.
L'ultimo giorno della Sagra ha luogo la fiera zootecnica alla quale partecipa tutti gli anni un gran numero di animali da fattoria (maiali, galline, pecore..) e soprattutto di cavalli!
La mattinata è scandita dal susseguirsi delle categorie in gara: ogni cavallo è iscritto nella categoria che appare più idonea alle sue caratteristiche morfologiche e verrà premiato, eventualmente, per la sua bellezza.
Cavalli arabi, cavalli da attacchi, cavalli italiani, pony, cavalli americani, cavalli da sella e molti altri!
Io e Fabrizia abbiamo partecipato nella categoria Cavalli da Sella insieme ad altri 10-15 binomi.
La prova consisteva semplicemente nel passeggiare in circolo con gli altri cavalli all'interno di un grande tondino in erba e, poi, uno per volta, mostrare il movimento al trotto del nostro equino.
La mia cavalla mi ha piacevolmente sorpresa perché sia mentre andavamo verso il luogo della fiera, sia durante l'attesa e poi la partecipazione al concorso è riuscita ad essere tranquilla e rilassata nonostante la grande confusione! Sono molto fiera di lei.
Subito alla fine della nostra categoria sono stati annunciati i vincitori e...rullo di tamburi...io e Fabrizia ci siamo classificate al primo posto!
Piccola, ma significativa soddisfazione per noi; sono molto felice soprattutto del suo atteggiamento rilassato e disponibile: il lavoro per instaurare un rapporto sereno sta finalmente dando i suoi frutti, qualche mese fa sicuramente arrivare alla fiera percorrendo pezzi di strada in centro ad Albiate, aspettare il nostro turno in mezzo a tutti quei cavalli e poi tornare indietro in tranquillità sarebbe stato sicuramente impossibile!
La sagra è stata una bellissima occasione per confrontarci con una situazione nuova e per verificare l'avanzamento del nostro rapporto in condizioni non proprio semplici per la "Fabrizia di qualche mese fa"!
Tutto questo è frutto di tanto lavoro e pazienza e soprattutto delle tante ore passate insieme.
Sono sempre più convinta che questa fantastica cavalla abbia ancora molto da donarmi e che, nonostante il suo carattere forte e la sua tendenza a reagire male alla maggior parte degli stimoli e delle situazioni, con il tempo, la passione e l'amore riceverò in cambio un rapporto molto profondo di amicizia e lealtà.
Dopotutto sono i cavalli i nostri maestri: noi a loro abbiamo ben poco da insegnare in termini di fiducia e sacrificio.
Dal blog della sagra:
Nel comune di Albiate, nel cuore della Brianza, da oltre 400 anni si tiene la Sagra di San Fermo. Patrocinata dalla Regione e dalla provincia, grazie all'impegno del Comune e dell'Associazione "Amici di San Fermo", è la Sagra piú antica della Brianza, che ancora oggi anima l'estate degli albiatesi e di tutti i brianzoli.
L'ultimo giorno della Sagra ha luogo la fiera zootecnica alla quale partecipa tutti gli anni un gran numero di animali da fattoria (maiali, galline, pecore..) e soprattutto di cavalli!
La mattinata è scandita dal susseguirsi delle categorie in gara: ogni cavallo è iscritto nella categoria che appare più idonea alle sue caratteristiche morfologiche e verrà premiato, eventualmente, per la sua bellezza.
Fabrizia pronta per partire! |
Io e Fabrizia abbiamo partecipato nella categoria Cavalli da Sella insieme ad altri 10-15 binomi.
La prova consisteva semplicemente nel passeggiare in circolo con gli altri cavalli all'interno di un grande tondino in erba e, poi, uno per volta, mostrare il movimento al trotto del nostro equino.
La mia cavalla mi ha piacevolmente sorpresa perché sia mentre andavamo verso il luogo della fiera, sia durante l'attesa e poi la partecipazione al concorso è riuscita ad essere tranquilla e rilassata nonostante la grande confusione! Sono molto fiera di lei.
Subito alla fine della nostra categoria sono stati annunciati i vincitori e...rullo di tamburi...io e Fabrizia ci siamo classificate al primo posto!
Piccola, ma significativa soddisfazione per noi; sono molto felice soprattutto del suo atteggiamento rilassato e disponibile: il lavoro per instaurare un rapporto sereno sta finalmente dando i suoi frutti, qualche mese fa sicuramente arrivare alla fiera percorrendo pezzi di strada in centro ad Albiate, aspettare il nostro turno in mezzo a tutti quei cavalli e poi tornare indietro in tranquillità sarebbe stato sicuramente impossibile!
La sagra è stata una bellissima occasione per confrontarci con una situazione nuova e per verificare l'avanzamento del nostro rapporto in condizioni non proprio semplici per la "Fabrizia di qualche mese fa"!
Tutto questo è frutto di tanto lavoro e pazienza e soprattutto delle tante ore passate insieme.
Sono sempre più convinta che questa fantastica cavalla abbia ancora molto da donarmi e che, nonostante il suo carattere forte e la sua tendenza a reagire male alla maggior parte degli stimoli e delle situazioni, con il tempo, la passione e l'amore riceverò in cambio un rapporto molto profondo di amicizia e lealtà.
Dopotutto sono i cavalli i nostri maestri: noi a loro abbiamo ben poco da insegnare in termini di fiducia e sacrificio.
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mercoledì 14 agosto 2013
What's your Horsenality?
Horsenality: la "personality" di un horse.
Questo è il termine che conia Pat Parelli per identificare una serie di categorie che utilizza per catalogare i cavalli con cui lavora.
Sebbene io non sia particolarmente ispirata da quel poco che so del metodo Parelli credo che provare non costi nulla e, anzi, possa arricchire notevolmente il bagaglio di esperienze di ciascuno!
Mi sono qui collegata a internet e ho scaricato l'Horsenality Chart che potete trovare qui iscrivendovi ed effettuando il login per accedere alla sezione dei Download. Altrimenti se vi accontentate di una versione ridotta e non certo in HD potete semplicemente cercare su Google Immagini.
Vi consiglio inoltre - soprattutto per coloro che sono neofiti del metodo Parelli - di prendere visione di questo video dove viene spiegato accuratamente il significato di ogni quadrante dell'Horsenality Chart.
Facendo una prima analisi ho scoperto che la mia cavalla verrebbe definita come di "Cervello dx estroverso". Cosa significa?
Beh sicuramente che la mia cavalla ha "more go", che io tradurrei come "ha più motore", tende ha essere più nervosa, con la testa sempre per aria e poco fiduciosa nei confronti di ciò che la circonda.
Personalmente vedo come un po' limitante questa categoria, perché spesso e volentieri - per quanto riguarda la mia esperienza - i cavalli assumono comportamenti diversi da quelli che ci aspetteremmo e che, in questo caso, esulano dal giudizio di un modello come quello dell'Horsenality Chart! La mia stessa cavalla, per esempio, dimostra spesso di avere un carattere dominante, particolarità che è propria di un cervello sinistro e sa essere molto testarda, proprio come un tipico cervello sinistro introverso!
Tuttavia questo strumento offerto da Parelli è solo un modello, nonché un punto di partenza per iniziare a lavorare e per inquadrare in qualche modo il nostro cavallo in una serie di comportamenti che ci permettono di impostare un percorso di lavoro.
Che Horsenality ha il vostro cavallo?
Questo è il termine che conia Pat Parelli per identificare una serie di categorie che utilizza per catalogare i cavalli con cui lavora.
Sebbene io non sia particolarmente ispirata da quel poco che so del metodo Parelli credo che provare non costi nulla e, anzi, possa arricchire notevolmente il bagaglio di esperienze di ciascuno!
Mi sono qui collegata a internet e ho scaricato l'Horsenality Chart che potete trovare qui iscrivendovi ed effettuando il login per accedere alla sezione dei Download. Altrimenti se vi accontentate di una versione ridotta e non certo in HD potete semplicemente cercare su Google Immagini.
Vi consiglio inoltre - soprattutto per coloro che sono neofiti del metodo Parelli - di prendere visione di questo video dove viene spiegato accuratamente il significato di ogni quadrante dell'Horsenality Chart.
Facendo una prima analisi ho scoperto che la mia cavalla verrebbe definita come di "Cervello dx estroverso". Cosa significa?
Beh sicuramente che la mia cavalla ha "more go", che io tradurrei come "ha più motore", tende ha essere più nervosa, con la testa sempre per aria e poco fiduciosa nei confronti di ciò che la circonda.
Personalmente vedo come un po' limitante questa categoria, perché spesso e volentieri - per quanto riguarda la mia esperienza - i cavalli assumono comportamenti diversi da quelli che ci aspetteremmo e che, in questo caso, esulano dal giudizio di un modello come quello dell'Horsenality Chart! La mia stessa cavalla, per esempio, dimostra spesso di avere un carattere dominante, particolarità che è propria di un cervello sinistro e sa essere molto testarda, proprio come un tipico cervello sinistro introverso!
Tuttavia questo strumento offerto da Parelli è solo un modello, nonché un punto di partenza per iniziare a lavorare e per inquadrare in qualche modo il nostro cavallo in una serie di comportamenti che ci permettono di impostare un percorso di lavoro.
Che Horsenality ha il vostro cavallo?
lunedì 12 agosto 2013
Dottor Cook's Bitless Bridle...parte uno!
Bitless...che cos'è?
Cominciando dall'inizio: che cos'è questa bitless bridle?
Tenendo come punto di partenza il sito ufficiale della bitless del dottor Cook (perché c'è da notare CHE LA BITLESS NON è UNA SOLA! Ma questa è un'altra storia, di cui parleremo un'altra volta.).
Tenendo come punto di partenza il sito ufficiale della bitless del dottor Cook (perché c'è da notare CHE LA BITLESS NON è UNA SOLA! Ma questa è un'altra storia, di cui parleremo un'altra volta.).
Aprendo il sito ufficiale si legge:
"La maggior innovazione nei finimenti dall'introduzione dell'imboccatura con barbozzale nel Quarto secolo A.C."
"La maggior innovazione nei finimenti dall'introduzione dell'imboccatura con barbozzale nel Quarto secolo A.C."
Può bastarvi per cominciare?
Ma riavvolgiamo un attimo il nastro: cosa porta un cavaliere a pensare di scegliere un finimento come la Bitless bridle?
Posso sicuramente raccontarvi cosa è successo a me: montavo la mia cavalla con un filetto ad anelli scorrevoli e doppio snodo che mi era stato segnalato come molto delicato per la bocca dell'equina oltre che piuttosto stabile grazie alla placca centrale che sarebbe dovuta essere meno soggetta a eventuali strattoni e movimenti.
Ma riavvolgiamo un attimo il nastro: cosa porta un cavaliere a pensare di scegliere un finimento come la Bitless bridle?
Posso sicuramente raccontarvi cosa è successo a me: montavo la mia cavalla con un filetto ad anelli scorrevoli e doppio snodo che mi era stato segnalato come molto delicato per la bocca dell'equina oltre che piuttosto stabile grazie alla placca centrale che sarebbe dovuta essere meno soggetta a eventuali strattoni e movimenti.
Tuttavia dopo parecchi mesi di lavoro i risultati tardavano ad arrivare e mi veniva sempre più difficile pensare che con il solo filetto potessi contenere le energie della mia cavalla.
Da qui è avvenuta la svolta inaspettata.
Dopo vari tentativi e numerosi momenti di esasperazione un giorno, in seguito a una galoppata pazza durante la quale avevo fatto parecchia fatica a richiamare la mia cavalla - nonostante nell'ultimo periodo stessimo migliorando - mi sono resa conto che quella non era l'equitazione che volevo fare.
Dopo vari tentativi e numerosi momenti di esasperazione un giorno, in seguito a una galoppata pazza durante la quale avevo fatto parecchia fatica a richiamare la mia cavalla - nonostante nell'ultimo periodo stessimo migliorando - mi sono resa conto che quella non era l'equitazione che volevo fare.
Litigare con la mia cavalla, tirare su un pezzo di ferro fino a farle male e farmi odiare non era nei miei programmi quando avevo deciso di fare il grande passo e trovarmi una compagna a 4 gambe per la vita.
Probabilmente è stata anche la mia incapacità di trovare una soluzione in filetto a portarmi a questa decisione nonostante avessi tentato per molto tempo e sperimentando un po' tutti i metodi che mi erano stati consigliati...tuttavia racconto questa storia con orgoglio perché sono dell'idea che per saper usare correttamente l'imboccatura ci vuole un ottimo cavaliere (oppure per illudersi di saperla usare...un ottimo cavallo come quelli che per anni ho avuto la possibilità di montare io) e purtroppo non tutti lo siamo, mentre invece è in potere di chiunque il fatto di voler sperimentare nuove strade e nuovi metodi, soprattutto se questi si indirizzano verso un maggior rispetto per i nostri amici equini.
Vedere le commessure della mia cavalla spellate dalla nostra lotta mi ha portata a fare la scelta opposta a quella che ci si sarebbe aspettati e che mi sarebbe stata più ovvia: invece che mettere un'imboccatura più pesante ho deciso di toglierla del tutto.
Quando ho acquistato la mia Bitless Bridle (purtroppo non quella originale...per ora!) ero un po' scettica, ma mi ha spinto a provare questa esperienza la convinzione che ogni tanto fare qualcosa che sembra ai più strano e azzardato si possa rivelare alla fine la soluzione a tutti i problemi.
Mi ha spinto la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo, di poco convenzionale e conosciuto, forse perché credevo di aver finalmente riconosciuto nella mia cavalla ribelle e talvolta incomprensibile un po' di quel carattere che odia e non si fida della normalità e - appunto - delle convenzioni.
Finalmente a inizio luglio ho fatto indossare per la prima volta alla mia cavalla questo finimento.
Prima di raccontarvi come sia andata a finire vi riporto qualche estratto dal sito ufficiale riguardante gli effetti negativi dell'imboccatura sul cavallo, mettendo in risalto quelli che - in effetti - riscontravo spesso nella mia nanetta dispettosa!
Prima di raccontarvi come sia andata a finire vi riporto qualche estratto dal sito ufficiale riguardante gli effetti negativi dell'imboccatura sul cavallo, mettendo in risalto quelli che - in effetti - riscontravo spesso nella mia nanetta dispettosa!
- Cavallo difficile da montare, agitato, teso (collo rigido, orecchie all'indietro), si muove sempre prematuramente, può impennarsi
- Sgroppa, smontona o talora gira su se stesso. Comportamento spesso scatenato da una richiesta di transizione dal trotto al galoppo.
- “Dietro la mano”, “troppo chiuso”, troppo flesso, tocca il petto con il mento, sputa il morso
- Risposta eccessiva agli aiuti, ipersensibilità al morso
- Mancanza di finezza nel controllo, generale “infelicità” durante il lavoro
- Nessun progresso o progresso lento nell'addestramento,”ristagno”
- Distratto, pasticcione, irrequieto al lavoro. Pensa alla sua bocca dolorante piuttosto che al lavoro che sta svolgendo.
- Rifiuto di piazzarsi e rimanere piazzato, continua irrequietezza
- Non collaborante (non disponibile al “lavoro di gruppo”), considera il cavaliere un antagonista e un fastidio piuttosto che un partner/leader
- Mangiare al volo (mangiare in moto), brucando l'erba o afferrando le foglie degli alberi nel passargli vicino
- Pesante sul morso, “duro in bocca”, “con la bocca rovinata”, specialmente sulla strada del ritorno a casa, sono necessari chili di peso sulle redini piuttosto che grammi
- Rigidità nel collo, rigidità delle mascelle, rigidità nella nuca, non “rilassa” o “flette” le mascelle (ossia non apre la bocca, cosa che non dovrebbe fare in ogni caso!)
- Pesante negli anteriori, si appoggia al morso, tiene la testa bassa
- Difficile da girare in una o entrambe le direzioni o da far procedere in linea retta, “tira”, “ha l'aria di sopportare”, “tira in dentro” o “tira in fuori”, “strattona sul morso”
- Trottigna, si impenna, o “affretta” quando gli viene richiesto il passo
- Si raggiunge (colpisce l'anteriore con il posteriore dello stesso lato)
- Riluttanza a mantenere il canter
- Falsa riunione (dalla pressione sul morso invece che da impulso dai posteriori), che produce campi muscolari alle mascelle, al collo, alle spalle, alla schiena e ai quarti
- La monta cessa di essere piacevole per il cavaliere (o per il cavallo)
PRO e CONTRO della Bitless nel prossimo post!
Stay Tuned!
F.
sabato 10 agosto 2013
Walking in the nature
- Think of riding as a science, but Love it as an Art
Ieri prima passeggiata dopo qualche tempo con la mia cavalla, Fabrizia.
Per la prima volta abbiamo affrontato una breve uscita utilizzando la Bitless Bridle del Dottor Cook con la quale stiamo lavorando da un mesetto!
Ovviamente tra un po' parleremo anche di questa testiera molto affascinante che ci sta regalando veramente tantissime soddisfazioni.
Riscoprire la calma del bosco e dei campi con la mia cavalla è stato veramente meraviglioso e, iniziando a parlare di lei, ho una cavalla veramente favolosa in passeggiata: nonostante sia piuttosto nevrile e talvolta sull'occhio, ha un passo molto deciso, quasi militare.
La passeggiata è durata all'incirca un'ora - non troppo visto che noi generalmente lavoriamo in campo e, in ogni caso, rientravamo da un paio di settimane di vacanza! - ed è stato molto rilassante per entrambe, sebbene inizialmente Fabrizia ha tirato fuori il suo caratterino e ha cercato di mettere in discussione l'andatura decisa da me.
Al ritorno ci siamo concesse un po' di trotto e galoppo, ma con scarsi risultati: tanta voglia di andare, ma poco fiato per farlo! Prossima mission: riprendere condizione dopo il relax estivo! Sia per me che per lei!
L'esperienza in bitless è stata piuttosto positiva: tutto sta nella condizione mentale ed è importantissimo montare rilassati come se avessimo l'imboccatura, ma...ne parleremo più avanti!
Non sono un'esperta di passeggiate e in verità ne faccio piuttosto poche...voi?
Vi aggiornerò presto sul nostro lavoro e PRESTISSIMO pubblicherò un nuovo post tutto dedicato alla bitless bridle del Dottor Cook (più in alto trovate il sito ufficiale italiano) parlando del suo utilizzo, di come è fatta, come funziona e riportando nei dettagli la mia esperienza con questo affascinante simbolo del progresso in tema di equitazione.
Stay tuned!
F&F
Vi lascio con una frase del dottor Cook sulla quale mi piacerebbe riflettere con calma..
"Mettere un morso ad un cavallo che sta per lavorare e' come mettere una museruola ad un cavallo che sta per mangiare."-- Robert Cook
venerdì 9 agosto 2013
Il mondo oltre l'ostacolo...HERE WE ARE!
Ciao a tutti e benvenuti su IL MONDO OLTRE L'OSTACOLO!
A differenza di quello che si potrebbe pensare questo non è il tipico blog sull'equitazione: non parleremo di salto ostacoli, dressage e sottosella alla moda...o meglio, parleremo ANCHE di queste cose, ma NON SOLO!
IL MONDO OLTRE L'OSTACOLO è il modo per ricordarci di guardare al di là dei soliti luoghi comuni: l'equitazione non è solo campi gara!
Dalla mia personale curiosità verso tutto ciò che è nuovo, diverso, alternativo e non ancora esplorato nasce questo blog! Parleremo di tutto quello che non compare mai (o quasi mai..) sugli schermi in TV o sulle pagine delle riviste...
BASTA con il pessimismo dell'ambiente marcio dei concorsi: basta doping, basta cavalli sbarrati!
Spero di offrire, su questa ambiziosa pagina web, una boccata d'aria fresca che aiuti tutti a ricordare come l'equitazione possa e debba essere prima di tutto divertimento, passione, emozione e curiosità!
Tiriamo fuori il meglio della nostra equitazione, del mondo del cavallo in Italia e non solo: tutto troverà un suo posto qui, su IL MONDO OLTRE L'OSTACOLO; per riscoprire il magico viaggio che l'uomo fa dentro di sé quando mette il piede nella staffa!
STAY TUNED
A differenza di quello che si potrebbe pensare questo non è il tipico blog sull'equitazione: non parleremo di salto ostacoli, dressage e sottosella alla moda...o meglio, parleremo ANCHE di queste cose, ma NON SOLO!
IL MONDO OLTRE L'OSTACOLO è il modo per ricordarci di guardare al di là dei soliti luoghi comuni: l'equitazione non è solo campi gara!
Dalla mia personale curiosità verso tutto ciò che è nuovo, diverso, alternativo e non ancora esplorato nasce questo blog! Parleremo di tutto quello che non compare mai (o quasi mai..) sugli schermi in TV o sulle pagine delle riviste...
BASTA con il pessimismo dell'ambiente marcio dei concorsi: basta doping, basta cavalli sbarrati!
Spero di offrire, su questa ambiziosa pagina web, una boccata d'aria fresca che aiuti tutti a ricordare come l'equitazione possa e debba essere prima di tutto divertimento, passione, emozione e curiosità!
Tiriamo fuori il meglio della nostra equitazione, del mondo del cavallo in Italia e non solo: tutto troverà un suo posto qui, su IL MONDO OLTRE L'OSTACOLO; per riscoprire il magico viaggio che l'uomo fa dentro di sé quando mette il piede nella staffa!
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