mercoledì 13 novembre 2013

Fieracavalli a Verona: 115° edizione

Ciao a tutti, chiedo venia per non essere stata presente con nuovi articoli in questi giorni, ma oggi sono qui a spiegarvi...il perché!
Domenica come chi mi segue su FB sa (qui trovate la mia Pagina di Facebook) sono stata a Fieracavalli a Verona. Ho già scritto qualche impressione riguardo alla fiera, ma oggi voglio parlarne meglio qui e, soprattutto, parlare di quello che quest'esperienza mi ha lasciato.


Come tutti gli anni si è visto un po' di tutto durante la Fiera: dai poveri cavalli costretti a trottare e piaffare a suon di frustate e speronate in giro per le stradine della fiera alle splendide dimostrazioni della Scuola della Leggerezza.
C'era veramente di tutto. 
Per riportare però un fatto negativo ho scelto di parlare di qualcosa che ho visto mentre seguivo il campo prova di una categoria a tempo di salto ostacoli; in particolare vorrei soffermarmi sul pessimo spettacolo dato da un cavaliere che non saprei identificare, in sella a un bellissimo cavallo sauro bruciato.
L'equino era così bardato: filetto elevatore e redini di ritorno agganciate al sottopancia. 
Il cavaliere in questione ha fatto tutto il campo prova, TUTTO, salti compresi, così. A parte il fatto che ritengo che ci voglia un gran coraggio per andare su un salto con le redini di ritorno tirate dato che la possibilità che il cavalli infili accidentalmente un anteriore nella redine provocando uno spiacevole incidente non è poi così remota.
Detto questo mi chiedo quale possa essere l'utilità di fare un campo prova così.
Mi piacerebbe, visto che internet sembra brulicare di so-tutto-io, che qualcuno mi fornisse una spiegazione possibilmente scientifica e tecnica del perché potrebbe essere utile lavorare in questo modo, soprattutto poco prima di un concorso dove, per inciso, le redini di ritorno non sono assolutamente permesse (e un motivo ci sarà!).

In ogni caso è davvero brutto vedere un cavaliere sicuramente di buon livello (gli ostacoli arrivavano tranquillamente al metro e 35/40, tuttavia non saprei dire che categoria fosse. In ogni caso tra i partenti c'era la nostra Linda Bratomi...mica pizza e fichi direbbe qualcuno!) dare mostra di questo genere di equitazione.
Ovviamente il suo cavallo non era esattamente il ritratto di un cavallo sereno e propositivo: forse si sono viste più sgroppate, bocche spalancate e occhi bordati di bianco che salti da parte di questo binomio!

Sicuramente qualcuno starà pensando a come io, che non sono nessuno, possa permettermi di giudicare un cavaliere che come minimo ha il secondo grado. 
Bene, ve lo dico subito: questo cavaliere non è stato l'unico esempio di questo genere di equitazione, anzi, nel campo prova del GP si sono viste altre scene simili; cavalli PERENNEMENTE incappucciati, quasi in rollkur e redini di ritorno a gogo. QUESTA non è l'equitazione che IO personalmente, dal basso della mia ignoranza, non condivido.
D'altra parte, giusto per non passare per la solita pignola (anche se, detto per inciso, ci sarebbe bisogno di una dose di pignoleria ben maggiore della mia!) posso citare il nome di Giulia Martinengo. 
Ecco, guardare una parte del suo campo prova è stato un piacere per gli occhi: cavallo tranquillo, rilassato, con andature controllate, la testa sulla verticale o sempre qualche grado sopra, un filetto, un'ottima posizione in sella e un buon lavoro in piano, con tanto riscaldamento al passo e al trotto.
Voto 10 +.

Ognuno poi è più che libero di pensarla come preferisce, ma QUESTA è invece l'equitazione che piace a me. 
Posso citare ugualmente anche Luca Moneta, ma di lui in questi giorni si è già detto di tutto.
Qualcuno lo ha definito "INGUARDABILE tra cavalieri di quel calibro.". Io dico che sono completamente d'accordo. Moneta, in mezzo a certi cavalieri era inguardabile poiché di tutt'altra categoria.
Tra cavalieri come il fan delle ritorno sopracitato Moneta, con i suoi filetti e i suoi modi tranquilli non ha posto.

Vorrei inoltre ricordare che Moneta è uno dei pochi cavalieri a livello internazionale a competere spesso senza mettere niente in bocca ai suoi cavalli; cavalli spesso definiti in precedenza irrecuperabili e non montabili.

Passando oltre il salto ostacoli vorrei assolutamente parlarvi di quella che invece è stata un'esperienza meravigliosa: l'incontro con gli istruttori della Scuola della Leggerezza di Philippe Karl.
Purtroppo lo stage non sono riuscita a vederlo tutto e - ancora purtroppo! - alla loro dimostrazione (come a quella di Francesco Vedani e della sua Accademia) era stato destinato uno spazio veramente esiguo: il "tendone da circo", dotato di una pista minuscola e, a mio parere, non adeguata.
Nonostante tutto lo stage della Scuola di Leggerezza si è tenuto in modo magistrale, a dimostrazione di come anche in fiera si possa trovare la BELLA EQUITAZIONE.
Sono rimasta incantata dalle parole di Massimo Basili e dai binomio che si sono esibiti in campo.
Innanzitutto è importante notare come si trattasse di cavalli morfologicamente e caratterialmente molto diversi tra di loro; siamo passati da un Quarter Horse a una cavalla Belga e da un figlio di una Hafiliger a un Murgese.
Tutto ciò contribuisce a sostenere la tesi di Massimo Basili secondo cui la Scuola della Leggerezza sia adatta a qualsiasi cavallo, per qualsiasi disciplina.

Al termine della dimostrazione ho avuto anche l'onore di poter parlare faccia a faccia con Massimo Basili il quale è stato infinitamente gentile e disponibile nel rispondere alle mie mille domande e ai miei dubbi.
Da questa interessante conversazione sono uscita arricchita di numerosi spunti per lavorare con Fabrizia e per cercare di entrare maggiormente in sintonia con lei e con il suo carattere difficile.

Voto: anche qui 10+.
Mi piacerebbe approfondire la questione e chissà, magari un giorno mi farò seguire da un istruttore di questa affascinante scuola; per iniziare credo che acquisterò il libro che pubblicizzavano in fiera: Derive del Dressage moderno, scritto da Philippe Karl.

Dopo qualche ora di shopping (che è sempre doveroso!) durante le quali ho acquistato un sottosella bordeaux sul quale ho fatto ricamare il nome Fabrizia, un gel defaticante e anti-trauma a base di ingredienti tutti naturali e NON sperimentato sugli animali e una capezza colorata io e un paio di mie amiche siamo andate al Pad 4 per incontrare Francesco Vedani.
Nel frattempo però girando per gli stand abbiamo incontrato Michel Robert il plurimedagliato campione di salto ostacoli, nonché esempio di una monta leggera e corretta. 
Ovviamente non abbiamo potuto fare a meno di chiedergli di fare una foto con noi dopo averlo letteralmente assalito mentre provava un giubbino Equiline.

Al Pad 4, stand della Marche, abbiamo quindi potuto parlare con Francesco Vedani che è stato veramente molto gentile e disponibile.
Spero di potermi organizzare il prima possibile per seguire qualche sua lezione, chissà, magari proprio con la mia cavalla Fabrizia!

Voto alla fiera? Mmm...7 e mezzo!

Diciamo che alcune raccapriccianti scene di Frisoni costretti a sdraiarsi con frustate sui garretti o di cavalli spagnoli costretti a piaffare fino alla sfinimento pungolati da lunghissimi speroni si sarebbero potute e dovute evitare. Ma il mondo è bello perché è vario.
O no?

Nel prossimo articolo vi racconterò di come ho messo in pratica in questi due giorni i suggerimenti di Massimo Basili e di quali siano stati i sorprendenti risultati.


A presto.
Stay Tuned.
F.

Francesca, Irina, io, Michel Robert e Francesca


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